Tumore al polmone: arriva in Italia una nuova terapia

tumore al polmone

In piena pandemia, una nuova terapia che agisce con più efficacia sulle forme tumorali ai polmoni fa certamente notizia, considerando il fatto che il polmone di per sé è l’organo maggiormente colpito dall’infezione dal virus Covid-19. È in arrivo, infatti, un farmaco che può intervenire con efficacia contro il tumore al polmone: si tratta del Brigatinib.




Questo farmaco agisce sulle alterazioni genetiche alla base di una particolare forma di tumore al polmone, che è anche la più diffusa: il tumore del polmone non a piccole cellule avanzato. Una terapia mirata che sarà a breve disponibile anche in Italia.
Potranno usufruirne i malati oncologici con carcinoma polmonare non a piccole cellule (Nsclc), in stadio avanzato e Alk positivo (cioè con le citate alterazioni genetiche), che non sono stati trattati in precedenza con inibitori Alk. Il medicinale in compresse è prodotto dalla casa farmaceutica giapponese Takeda.

Tumore largamente diffuso

ll carcinoma non a piccole cellule colpisce circa il 70% dei malati di cancro al polmone e l’85-90% di tutte le neoplasie maligne. Può originarsi spesso dal fumo di sigaretta, ma può anche essere provocato dall’esposizione a radiazioni.
Viene chiamato “non a piccole cellule” per la sua differenza con il cancro polmonare a piccole cellule: al microscopio si nota una differenza nelle dimensioni delle cellule del tumore.

Il parere degli esperti

“Nel trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule assume sempre maggiore rilevanza la profilazione molecolare del tumore, che permette di ampliare le opportunità terapeutiche a disposizione per specifiche tipologie di pazienti”, commenta Paolo Marchetti, professore ordinario di Oncologia all’Università La Sapienza di Roma. “Brigatinib rappresenta un’importante alternativa a disposizione, avendo dimostrato nello studio clinico un’efficacia sistemica significativamente maggiore rispetto al farmaco di confronto, con un profilo di tollerabilità gestibile e un sensibile miglioramento della qualità di vita dei pazienti trattati, misurato con l’indice Global Health Score”.
Alessandra Bearz, dirigente Medico dell’Oncologia Medica e dei Tumori Immunocorrelati del Centro di riferimento oncologico di Aviano, spiega:  “Oggi siamo nelle condizioni di avere molteplici farmaci diretti contro Alk, con una sempre maggiore efficacia, in particolare con maggiore capacità di arrivare a colpire il target e di raggiungere tutti i tessuti, compreso l’encefalo, frequente sede di localizzazioni secondarie in questa patologia”.

Marta Fresolone

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