Una telefonata allunga la crisi : la hot line fra il presidente Usa in pectore e la sua compagna non ufficiale, cioè la presidente di Taiwan, ha fatto ingelosire il Dragone cinese quando ha scoperto che qualcuno stava mettendogli le corna.
Per noi europei, la Cina è l’Oriente, il lontano Oriente. Che sia Pechino o sia l’isola di Taiwan con capitale Taipei.
L’Oriente è la veneranda, ma stantia e poco creativa tradizione.
Mentre l’America è l’Occidente, il Far West. Che sia New York, o sia il Nebraska.
Il Progresso la Modernità e l’Avventura.
Visto che ormai la centralità del nostro continente è stata definitivamente cancellata, anche solo quale principale posta in gioca e terreno di scontro fra le potenze della Guerra fredda – e questa cosa l’hanno capita anche quelli che non sanno proprio cosa sia la Geopolitica – ecco forse sarebbe il momento di imparare a guardare le cose in un modo meno spocchioso.
Prendere atto che per gli americani, storicamente, e geograficamente soprattutto: noi europei siamo l’Oriente – e la Cina, il Giappone, la Russia persino, sono l’Occidente.
Noi siamo la Tradizione, il vecchio, quello da cui procedere allontanandosi – per non dire fuggire o tenersi lontani, per non essere contaminati da un fiato pesante e putrefacente.
Mentre, sì signori, l’Asia è il Nuovo, la Frontiera, il Far West – la Nuova Terra Promessa verso cui marciare, sempre più in là, andando incontro al progresso e al benessere.
I Padri Pellegrini fuggivano da questi lidi.
Washington George, il Padre della Patria americana, quando lasciò la Casa bianca raccomandò “evitate qualsiasi coinvolgimento” nelle beghe europee : lasciate perdere quei litigiosi fanatici e snob.
(Poi si mise alla guida di una flotta che combatteva la Francia in associazione con gli inglesi, ma vabbè.)
In seguito, quale fu la più importante impresa all’estero della marina americana?
Ma naturalmente la forzatura delle frontiere giapponesi, nel 1853-4.
I giapponesi non volevano aprirsi ai commerci: ci pensarono i draghi sputafuoco cioè le cannoniere del commodoro Perry – a beneficio anche delle altre potenze.
L’America, Taiwan e il Pacifico
Per tutto il XIX secolo, il motto americano fu proprio : “Go West”.
Cioè avanti verso il Pacifico.
Cioè verso l’Asia.
Mentre la Dottrina Monroe pretendeva che gli Europei se ne stessero nel proprio emisfero, lasciando l’America (latina) a Washington – gli americani si proiettavano verso le montagne rocciose, le praterie, la California aurea, ed oltre.
Le Hawaii sono entrate a far parte dell’Unione dopo l’ultima guerra – ma da un buon secolo si trovavano già di fatto sotto controllo degli Usa.
Di converso: quanti cinesi a metà ‘800 sono emigrati in America, per spaccarsi la schiena nella costruzione della grande ferrovia che avrebbe unito l’Est con l’Ovest degli Usa?
In questi giorni, l’evento degli eventi è stata la prima “filologica” della Madama Butterfly di Puccini : guarda caso una storia di inizio Novecento che parla della complicata storia d’amore fra un americano e una giapponese.
Tra moglie americana e mogliettina giapponese chi sceglierà il marinaio americano, lo Yankee Doodle?
Solo che non potrà mica fare il bellimbusto, come sembrerebbe credere, allo stesso modo che cent’anni fa.
I cinesi non prendono bene tresche troppo sfacciate.
La tradizione imperiale prevede che alla moglie ufficiale si possano affiancare una o più consorti non ufficiali : ma non si scherza sulla gerarchia formale!
Nel 1947 gli Usa non riuscirono a convincere Chiang Kai-shek che gli sarebbe convenuto mettersi d’accordo con Mao per cogestire il Paese.
Il risultato fu che il Celeste Impero finì sotto il controllo dei comunisti, nella sfera di influenza di Stalin.
Con l’eccezione di Taiwan, isolone al largo delle coste in cui Chiang e i suoi si rifugiarono, protetti dalla marina Usa, per dar vita ad un regime parafascista.
L’alleanza Usa-Cina contro la Russia
In realtà, fosse stato per Stalin la Cina poteva rimanere tranquillamente sotto controllo di Chiang, visto che i comunisti cinesi non avrebbero mai accettato l’egemonia russa.
Questa cosa in Occidente non la capirono (ma sarebbe stato facile! guardare ai fnudi fatti e alla geopolitica, e dismettere gli occhiali ideologici!) e per tanto tempo in effetti la Cina rossa rappresento lo spauracchio degli spauracchi.
Quando la Cina si sveglierà…il mondo tremerà : e figuratevi quando farebbe tremare il mondo un Dragone rosso fuoco.
Invece, guarda un po’ il capitalismo occidentale lo salvarono proprio i compagni venuti da Pechino.
Perchè la Cina si svegliò, sì : ma per ribellarsi alla pretese moscovite.
Infatti Mao cominciò presto a litigare coi compagni russi, fino quasi a far scoppiare una guerra : quando nel 1969 in Siberia lungo il confine truppe russe e cinesi decisero di farsi male.
In America chi capì questa situazione fu mr. Kissinger : che avviò la “strategia” del ping-pong.
Vediamoci al bar e facciamo amicizia, insomma.
Gli Usa in crisi economica, diplomatica, culturale e istituzionale avevano bisogno di una robusta sponda- ed alal stessa maniera il capitalismo tutto.
Questa sponda fu la Cina.
Il neocapitalismo sino-americano
La logica : svalutiamo il dollaro, visto che costa troppo mantenerne alto il valore e i commerci non rendono più (la faccio molto semplice) e tanto i fondi per coprire i debiti e l’inflazione ce li danno i lavoratori cinesi.
Tanti, tanti lavoratori.
Dal 1971, quando cominciò questa strategia, ci vollero vent’anni per perfezionarla.
Bisognò aspettare che, stretta fra la morsa di Usa e Cina, la macchina da guerra sovietica collassasse.
Irretita nei commerci internazionali di materie prime, incapace di staccare il quarto ed ultimo grande attore globale, l’Europa, dall’alleanza con gli Usa – perchè gli europei preferirono farsi carico dell’inflazione americana piuttosto che rompere l’alleanza con Washington – insomma alla fine Mosca crollò finanziariamente, prima ancora di aver sparato un solo dei colpi che aveva, con enorme dispendio di forze, messi in canna nel corso dei decenni.
Da lì, la grande espansione dei commerci globali: una macchina basata sulla cinghia di trasmissione che aveva due poli : la Cina che presta soldi, e l’America che s’indebita.
L’America che compra i beni prodotti a due lire dai lavoratori cinesi, e i cinesi che con i ricavi escono dalla miseria e contemporaneamente risparmiano quanto serve a prestare altri soldi agli occidentali.
In mezzo, Taiwan : dal 1949 al 1979 riconosciuta l’unica vera Cina dall’America .
Poi, relegata in una posizione formalmente opaca : nei fatti, sempre protetta dalla marina Usa.
Salvo che gli Usa riconobbero il principio che la Cina è unica- e prima o poi Taiwan, tanto quanto Honk Kong – sarebbe tornata, pacificamente e volontariamente, a far parte dell’Impero maggiore.
Nel frattempo, Taiwan è diventata democratica e ricchissima – e va informalmente molto d’accordo con la Cina maggiore – con cui commercia e comunica e delocalizza.
L’alleanza Usa-Russia : contro la Cina?
Per decenni l’America si è convinta a guardare all’Europa, costretta a proteggerci, visto che divisi come eravamo, l’Orso russo ci avrebbe mangiato in un boccone.
Ma poi in Vietnam non abbiamo mandato neanche un fucile, e abbiamo creato l’Euro…e poi In Iraq abbiamo fatto capire agli americani che certe assurdità non vanno bene.
Obama ha cercato di barcamenarsi fra Oriente e Occidente, per rimediare ai disastri di Bush figlio: il risultato di un secondo mandato catastrofico è che adesso l’Europa è nel marasma, la Russia è di nuovo potente, e la Cina del nazionalista Xi più prepotente.
E’ per questo che Trump ha vinto e la Clinton ha perso.
E perciò – e forse per onorare i debiti che ha contratto, lui Trump, coi russi signori del petrolio che lo hanno aiutato in campagna elettorale – Trump ora inverte lo schema.
Sembra voglia appoggiarsi a Putin, contro la Cina.
E in questo senso, l’apertura plateale di credito verso Taiwan, la piccola, a dispetto degli strali di Pechino, non sorprende neanche troppo.
La concubina diventa la favorita, e la prima moglie si vede declassare.
Ma non resterà a guardare – e lo ha già dichiarato a chiare lettere : i cinesi oggi sono ben altra cosa da quelli che erano in passato, sotto tutti i punti di vista, economico e militare.
Che fine farà l’Europa?
Piuttosto: la povera Europa, sedotta dal toro americano, dallo Zeus rampante, del mito famoso : che fine farà?
Forse quella dell’amante circuita e abbandonata al proprio destino dal cowboy americano?
ALESSIO ESPOSITO (www.facebook.com/tiggistoria)