Donald Trump ha recentemente rilasciato una dichiarazione che ha destato molta attenzione, affermando che la Turchia avrebbe avuto un ruolo determinante nel rovesciamento del regime di Bashar al-Assad in Siria. Durante una conferenza stampa, Trump ha dichiarato che il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan avrebbe orchestrato una “presa di potere ostile” della Siria, un obiettivo che, secondo lui, la Turchia avrebbe perseguito da secoli. Queste parole sono state cariche di implicazioni, considerando il già complicato scenario geopolitico che ruota attorno alla Siria e alla sua guerra civile.
La Turchia e la sua influenza sulla Siria
Trump ha affermato che la Turchia sarebbe la principale forza dietro il rovesciamento di Assad, definendo l’azione come un’“acquisizione ostile” del paese. Ha poi aggiunto che i gruppi di militanti coinvolti nel conflitto siriano sono stati in gran parte controllati da Ankara. A detta di Trump, Erdoğan avrebbe perseguito da molto tempo l’obiettivo di guadagnare maggiore influenza sulla Siria, una volontà che risalirebbe a migliaia di anni fa. Secondo lui, questa lunga ambizione geopolitica sarebbe stata finalmente realizzata grazie alla leadership turca, che ha saputo navigare abilmente tra le difficili dinamiche regionali.
L’ex presidente degli Stati Uniti ha anche evidenziato come la Turchia sia riuscita a raggiungere i suoi scopi senza compromettere seriamente la sua forza militare. Il fatto che Ankara sia riuscita a espandere la propria influenza in Siria senza subire gravi perdite è stato per Trump un segno di grande strategia e capacità di governo da parte di Erdoğan.
La decisione del ritiro delle truppe americane
Durante la conferenza, Trump ha parlato anche della sua decisione di ritirare le truppe statunitensi dalla Siria. Secondo quanto riportato, l’ex presidente chiese a un generale della coalizione internazionale di esprimere una valutazione sulla situazione sul campo. La risposta ricevuta fu chiara: le forze americane sarebbero state spazzate via in breve tempo se fossero rimaste nel paese. Di conseguenza, Trump ha preso la decisione di ritirare le truppe, una mossa che ha suscitato molte critiche, ma che lui considera fondamentale per salvare numerose vite umane.
Dopo questo ritiro, il numero di soldati statunitensi in Siria è stato drasticamente ridotto, passando da circa 5.000 a 900. Trump ha difeso questa scelta, affermando che non c’è stato alcun cambiamento negativo e che la situazione non è peggiorata come previsto dai suoi detrattori. A suo avviso, il ritiro ha contribuito a mantenere una condizione di stabilità evitando ulteriori conflitti diretti.
Erdoğan e la politica internazionale
Trump ha speso molte parole in lode di Recep Tayyip Erdoğan, definendolo come una figura “molto intelligente” e un leader capace di prendere decisioni strategiche con una notevole visione. L’ex presidente degli Stati Uniti ha raccontato di aver avuto un buon rapporto con il presidente turco durante il suo mandato, ma ha anche riconosciuto la crescente forza militare della Turchia, capace di mantenere la propria capacità operativa nonostante i conflitti in corso nella regione.
Secondo Trump, la Turchia ha avuto grande successo nel perseguire i suoi obiettivi geopolitici in Siria, e ha fatto ciò con un’efficace combinazione di potenza militare e abilità diplomatica. Ciò che ha sorpreso l’ex presidente è il fatto che la Turchia sia riuscita a realizzare il suo piano senza entrare in un conflitto diretto con le forze internazionali, mantenendo così un certo livello di tranquillità nel paese.
La posizione della Turchia
Nonostante le affermazioni di Trump, il governo turco non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito. La Turchia, come attore centrale nella geopolitica regionale, potrebbe rispondere in modo strategico, tenendo conto delle delicate relazioni internazionali. La guerra civile siriana, infatti, continua a essere uno degli scenari più difficili e frammentati, con il coinvolgimento di potenze globali come gli Stati Uniti, la Russia e l’Iran. Il futuro della Siria appare incerto, e molti analisti continuano a interrogarsi su quale sarà la forma definitiva del governo siriano una volta terminato il conflitto.
In questo quadro, le dichiarazioni di Trump sulle intenzioni e sulle capacità della Turchia di determinare il futuro della Siria hanno posto interrogativi sui possibili sviluppi della politica internazionale nella regione. La Turchia sembra ormai giocare un ruolo sempre più significativo nelle questioni siriane, e non solo, con Erdoğan che sta modellando il destino della Siria a proprio favore.