Trump propone la pena di morte per i trafficanti di droga

Trump il Boia

Il presidente americano Trump torna a far parlare di se partorendo una “innovativa” soluzione al problema dei trafficanti di droga: “La pena di morte”
In barba ai più progressisti pensieri settecenteschi, l’arancionissimo Trump ha dichiarato di voler intervenire duramente contro i trafficanti di droga proponendo la storicamente fallimentare: “pena capitale”. Il Presidente ha indicato come paesi da prendere a modello la Cina e Singapore, e in passato aveva già citato il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte, noto per le numerosi uccisioni di criminali.
Dall’alto della sua posizione sociale e dal basso della sua conoscenza storica, il Donald senza becco ma non per questo personaggio meno fumettistico, ha lanciato la sua proposta: “Non so se il paese e’ pronto per leggi come quelle della Cina e di Singapore, ma dobbiamo iniziare una discussione” ipotizzando in questo modo la possibilità dei procuratori di mandare sulla forca i “mercanti di morte”. Applausi e ovazioni del pubblico hanno seguito le affermazioni Trumpettanti, e poco importa se in questo modo lo stato si macchia di omicidio diventando uno: “stato criminale” che da criminale andrebbe giudicato.

Trump e l’edilizia

Trump, che non ha mezze misure, non ha buonsenso e ha l’empatia di un Varanus Komodensis,  non si è lasciato scappare l’occasione per tirare in ballo nuovamente il muro di confine con il Messico, quello che terrebbe distanti clandestini e trafficanti di droga, insomma, un muro di ipocrisia, ignoranza e mattoni.  L’amministrazione sta già considerando di apportare la modifica che permetterebbe ai rappresentanti dell’accusa di invocare la pena capitale per i reati di droga, modifica che non toccherebbe solo la legislazione americana ma darebbe la possibilità a chiunque di rivivere i bei tempi andati del medioevo senza la necessità di un flusso canalizzatore.
Nel frattempo Voltaire e Beccaria si domandano cosa sia andato storto mentre Torquemada gongola alla luce di un nuovi vetusti pensieri inquisitori raccomandando al presidente Americano di non dimenticare l’efficacia della tortura.

Andrea Ianez

 

Exit mobile version