Mentre la guerra in Medioriente prende una direzione sempre più drammatica, le ultime minacce di Donald Trump all’Iran stanno destando non poca preoccupazione per il messaggio fortemente aggressivo. Il candidato repubblicano non è estraneo a dichiarazioni cariche di violenza nei confronti di coloro che reputa suoi nemici, ma in questo caso l’escalation nei confronti di Teheran lascia presagire un annientamento totale del suolo iraniano: “Faremo saltare in aria le vostre città più grandi e l’intero Paese, riducendolo in mille pezzi. E non sarà più una minaccia“.
Trump e le sue retoriche da bullo sono una minaccia reale per migliaia di vite innocenti
Questa volta, Donald Trump ha mostrato all’opinione pubblica il suo ultimo progetto, che assomiglia a una catastrofe: durante uno dei suoi comizi elettorali, il tycoon ha promesso di “far saltare in aria” le principali città iraniane. Le aggressive dichiarazioni arrivano in un momento di crescente tensione tra Teheran e Washington, fondamentalmente legata al programma nucleare iraniano. Il candidato repubblicano ha anche dichiarato di sentirsi personalmente minacciato dall’Iran.
Ovviamente, Trump non si è fatto sfuggire l’occasione di strumentalizzare le tensioni in corso, affermando che durante la sua presidenza l’Iran non ha avuto la possibilità di minacciare gli Stati Uniti. Dichiarando anche di essere circondato da più uomini e più armi per garantire la sua sicurezza, il tycoon ha affermato che se verrà eletto di nuovo qualsiasi tentativo di escalation da parte di Teheran avrà una risposta immediata.
Pensare che una persona come Donald Trump abbia già ricoperto e sia di nuovo candidata alla carica di Presidente degli Stati Uniti d’America suggerisce quanto sia perverso il momento che la comunità globale sta vivendo. In Libano le vittime degli attacchi israeliani verso i civili contano migliaia di bambini, ogni giorno le regole del diritto internazionale vengono violate e il 5 novembre gli USA rischiano davvero che un personaggio come Donald Trump diventi di nuovo Presidente. Il parere della federazione americana nel contesto degli affari internazionali è storicamente rilevante e se davvero il candidato repubblicano dovesse vincere queste presidenziali le conseguenze potrebbero verosimilmente ripercuotersi sul mondo intero.
Trump è un narcisista che non ha idea di cosa sia il diritto internazionale e l’odio che esprime nei suoi discorsi lo conferma
Facendo finta di essere patriottico, Trump è solo l’ennesimo uomo avido di potere che si interessa agli affari pubblici per trarne vantaggi personali. Il copione è ormai scontato, tale comportamento è comune a molti personaggi politici che, eletti democraticamente, stanno cercando di sopprimere le libertà individuali con l’ambizione di fondare nuove autocrazie. Tali dinamiche sono estremamente pericolose: favorendo la violenza e la repressione si esclude l’unica via possibile per una risoluzione efficace dei conflitti in corso: quella del dialogo, la base di ogni democrazia.
Purtroppo, il dialogo non è un’opzione che viene presa in considerazione, almeno non dal candidato repubblicano. Infatti il tycoon, che non si è mai sforzato troppo di celare il suo carattere narcisistico e megalomane, ha fatto presagire l’annientamento dell’Iran intero, non pensando minimamente alla possibilità di massacrare migliaia di innocenti, dichiarando la volontà di ridurre il Paese in mille pezzi. I discorsi carichi d’odio di Trump fanno intuire la scarsissima preparazione del tycoon sulle principali norme del diritto internazionale, dato che l’uso del dialogo come strumento per la risoluzione delle controversie tra gli Stati nel corso di questa campagna elettorale non è stato il benché minimo valutato.
Nemmeno una volta il tycoon ha parlato di pace, nemmeno una volta ha mostrato di provare compassione nei confronti delle migliaia di vittime innocenti della guerra in Medioriente. Ogni volta che Donald Trump esprime la sua opinione in merito agli affari internazionali, mostra semplicemente quanto sia prepotente e limitato. Per il candidato repubblicano una politica basilare incentrata sulla violenza e sulla repressione costituisce la strategia vincente.
Non serve un politologo per dedurre che se Trump il 5 novembre verrà di nuovo eletto le forti tensioni che al momento interessano tutto il mondo potrebbero sfociare nell’apocalisse. Probabilmente, Trump non ha neanche pensato alle conseguenze di quelle che potrebbero essere le sue azioni, un po’ come fanno i bambini, con la differenza che Trump è un uomo che ambisce a diventare l’uomo più potente del mondo, mentre i bambini che sarebbero legittimati a comportarsi come lui vengono uccisi dalle bombe che lui e i suoi simili non si fanno scrupoli a lanciare.