Trump in Florida per conquistare i voti dello Swing State. Lì il futuro presidente, chiunque sarà, avrà bisogno del sostegno dei latinos
Una folla trepidante accoglie The Donald al momento del suo arrivo in aeroporto. Siamo a Sanford, poco più di una settimana fa, e il 45° presidente degli Stati Uniti si concede al consueto bagno di folla: quest’ultima, tuttavia, fa difficoltà a rispettare le norme di contenimento al comizio. Si sente in forma, Trump: è ottimista, rampante, forte più che mai. Ormai ci ha abituati al suo entusiasmo e alla provvidenzialità della sua discesa in campo: a tal proposito non è raro, infatti, ascoltare i suoi sostenitori dipingerlo come una sorta di messia. Il liberatore che salverà gli Stati Uniti dalla minaccia del socialismo e del chavismo. E Joe Biden? In men che non si dica trasformerebbe gli Stati Uniti in uno stato simile al Venezuela o a Cuba. Già: Cuba. Donald Trump in Florida sembra avere una carta in più da giocare.
L’anticomunismo di Trump in Florida
Per quanto non sia pensabile sostenere che gli Stati Uniti potranno orientarsi verso un ordinamento tanto a sinistra, va tuttavia riconosciuto che Donald Trump sta assumendo dei contorni sempre più berlusconiani. Qualcuno ricorderà, a tal proposito, “l’unto del Signore” che scende in campo contro i “comunisti”: le somiglianze ci sono.
Anche la scelta delle parole impiegate per etichettare gli avversari politici, appunto i “comunisti” e la “sinistra radicale”, non sembrano casuali. Risale infatti a un mese fa l’annuncio dello stop all’importazione di sigari e rum di provenienza cubana. Una mossa che alcuni hanno definito propagandistica, anche alla luce del fatto che Miami ospita una consistente comunità di esuli cubani, fuggiti quarant’anni fa dal regime castrista.
La retorica anticomunista di Donald Trump soffia sulla radicata dissidenza politica di parte dei cubano-americani presenti in Florida.
Tuttavia la Florida continua a rappresentare un sudoku, per le presidenziali Usa 2020: Miami è una grande città, dalle molteplici anime e dai tanti colori. L’esito del voto è tutt’altro che scontato, anche considerando che le fazioni sono estremamente polarizzate: l’affluenza potrebbe essere alta e l’esito del voto imprevedibile.
Il programma di Biden sarebbe una catastrofe per gli anziani della Florida. Per anni Biden ha cercato di tagliare la previdenza sociale e l’assistenza sanitaria, e ora promette l’amnistia di massa e l’assistenza sanitaria federale per gli stranieri illegali.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) October 13, 2020
President @realDonaldTrump: For years, Joe Biden tried to cut Social Security and Medicare, but while I am president NO ONE will touch your Medicare or your Social Security! pic.twitter.com/kvWR7rf44Z
— Team Trump (Text TRUMP to 88022) (@TeamTrump) October 12, 2020
I toni del dibattito e la propaganda
Il voto è imminente e la campagna elettorale ha reso l’atmosfera elettrica, in questo Swing State dove Donald Trump, nel 2016, vinse per un soffio. Anche durante le scorse elezioni il dibattito assunse dei toni forti, ma stavolta le cose sono andate decisamente peggio. Già il testa a testa di fine settembre aveva segnato uno dei punti più bassi mai raggiunti dalla politica americana. In quell’occasione il moderatore interruppe più volte il dibattito a causa delle sovrapposizioni, degli insulti, delle accuse e dei discorsi vuoti. Adesso Trump marca a uomo Biden e quest’ultimo si difende, alle volte adottando il suo stesso modus operandi. Lo schieramento democratico – fallito il tentativo di impeachment – ha poi sperato nella rimozione del presidente in base dell’articolo 25 della Costituzione.
Ma non è finita qui. A Sanford, il 13 ottobre, Trump attaccò Biden sulla base di quanto farebbe male alla Florida – ipoteticamente – la sua elezione. I democratici taglierebbero la previdenza sociale, smantellerebbero il sistema sanitario federale e tutto ciò sarebbe solo a vantaggio degli stranieri irregolari. Non promozione del proprio programma, quindi, ma semplice delegittimazione dell’altro. Il tutto in una piazza che quasi per nulla rispettava il distanziamento sociale o l’uso della mascherina. Puntuale la replica di Biden, che ha puntato sull’elettorato anziano adoperando la controversa gestione della pandemia. In particolare, il candidato ha sostenuto che per Trump gli anziani sarebbero “sacrificabili”: ancora una volta, la sistematica delegittimazione dell’avversario.
Nel frattempo si attende il nuovo dibattito televisivo, previsto per il 23 ottobre: questa volta a Donald Trump e a Joe Biden verranno spenti i microfoni a turni alterni, per impedire all’altro di interrompere. Quanto allo spessore degli interventi: questo metodo non sarà in grado di colmare la mancanza di contenuti.
Francesco Nicolini