Su Trump comanda Jared, il “cuck globalista”

Republican presidential candidate Donald Trump is joined by his daughter Tiffany, left, and son-in-law Jared Kushner as he speaks during a news conference at the Trump National Golf Club Westchester, Tuesday, June 7, 2016, in Briarcliff Manor, N.Y. (AP Photo/Mary Altaffer)

Tutto sta a vedere se gli americani si contentano di questa vendettuzza meschina (dopo tutto quello che la superiorità strategica e mentale di Putin gli ha fatto subire in Siria: ricordiamo che gli Usa non sono stati invitati alle trattative di Astana), oppure  intendono dare seguito all’invasione  e cambio di regime. I primi indizi sembrano indicare di no:  i loro Tomahawks hanno colpito una base aerea  che – hanno reso  noto a Mosca – era stata già evacuata: quindi russi erano stati avvertiti? Se è così,  il bombardamento di Trump resterà un atto di quelli  a cui ci ha abituato la “strategia” del Pentagono:un atto di  bullismo, anzi teppismo militare: ammazziamo un po’ di gente per far vedere che  siamo noi quelli che ce l’hanno più grosso.




Ora è chiaro che    la cosa è  stata fortemente  voluta dal genero, Jared Kushner –  che era nei giorni scorsi  in Irak insieme al generale Mattis, evidentemente  per coordinare la sorpresa che doveva far felici Netanyahu, Isis e McCain, e tutta la lobby neocon che andava placata.

Sulla presuntuosa nullità e inesperienza di  questo giovinotto, si è già parlato: figlio di un palazzinaro ebreo newyorkese di lusso  nonché pregiudicato (il padre   si è fatto anche qualche anno di galera per malversazione), scrivevo, “Jared  è figlio-di-papà di un figlio di papà;  figli di papà da generazioni.  Dati  gli affitti alle stelle a New York,  si intuisce che  quando si gestiscono migliaia di appartamenti,  i soldi arrivano tanti e sicuri: non occorre  nemmeno sviluppare uno spiccato senso degli affari.

Né ci si aspetta da Jared  che  nutra profonde riflessioni in politica estera e filosofia politica, o che si doti di una cultura superiore. Vero è che   Jared ha frequentato  Harvard: vi è stato ammesso dopo che suo padre ha fatto alla prestigiosa università una donazione di 2,8 milioni di dollari.   E dopo,  il bel Jared ha preferito spostarsi alla New York University dove ha preso un dottorato (MBA), previa donazione paterna di altri 3 milioni di dollari”.

Insomma si capisce il tipo: ignaro di politica estera,  anzi privo di ogni esperienza politica, è un burattino in mano a Netanyahu  e alla lobby,  da  cui  arde di farsi accettare nonostante la sua macchia (ha sposato una goy, i suoi figli, per i rabbini, non sono giudei). Ora è chiaro che è  stato lui a far cacciare Steve Bannon, l’intellettuale di quell’accolta che “Donald”aveva radunato attorno a sé.

Non poteva durare. Ora apprendiamo da  “The Daily Beast”, uno dei siti meglio informati sulla politica politicante di Washington, che Bannon chiama il bel Jared “a globalist” e “a cuck”.




Sul “globalist” non occorre spiegare molto, essendo Bannon al contrario un  sovranista e  nazionalista, e   guida  dell’elettorato di destra lavoratrice che ha votato Trump.

Su “cuck” invece, bisogna ricorrere alle  indicazioni che danno i siti:  in origine  è una parole gergale che  indica l’uomo regolarmente sposato che invece, di nascosto,   se la fa coi finocchi; un finocchio nascosto. Nello specifico gergo delle destre sovraniste, è   l’appellativo carico di sottintesi razziali (ebreo) e sessuali (kulattone)  che indica il RINO, sigla  che sta per “Republican in Name Only”, uno che si dice repubblicano, che frequenta i meeting repubblicani, ma ha idee da “democratico” all’americana. Effettivamente Jared, e anche suo padre e suo nonno, hanno sempre   staccato grossi assegni a favore del Partito Democratico, e condiviso le idee “Liberal” (in senso americano: aborto  legale, lgbt, nozze gay eccetera).

Per esempio, Jared  ha introdotto nella cerchia di Trump Zeke  Emmanuel,   il fratello  di Rahm Emmanuel (il sindaco di Chicago, ebreo ed amichetto di Obama, anche sessuale)   con l’intenzione di farne,  forse, il ministro della Sanità o qualcosa del genere.  Bannon e i suoi seguaci, nel 2009, chiamarono questo Zeke “Dottor Morte”, perché mentre Obama e Rahm confezionavano l’Obamacare, aveva promosso l’idea del suicidio assistito  dei  malati terminali.

Il solito anonimo interno alla Casa Bianca ha parlato di “scontri continui” fra Bannon e Jared durante le riunioni, praticamente su tutto: sanità, tasse, commercio internazionale, immigrazione”.

Bannon dice che Jared “un  democratico di base”. Inoltre, pare che Trump  stesse diventando invidioso della dominanza intellettuale di Bannon, e di come i media indicavano in Bannon il  suo suggeritore-dominatore. Delle scenette satiriche su Saturday Night Live, dove Bannon appare con la faccia della Grande Falciatrice a suggerire al presidente quel che deve fare, mentre il presidente (un  imitatore di Donald)  gioca  con giocattoli da bambino, ha particolarmente irritato Trump.

Inoltre, l’errore di Bannon – conclude il solito anonimo – è di aver contrastato apertamente Jared, “l’unico aiutante presidenziale che non può essere licenziato”. Oggi, Jared Kushner, Dina Powell e Gary Cohn sono i tre sinistroidi che dominano la Casa Bianca”.




Questa è la guida della superpotenza, oggi come oggi. Comanda il genero “cuck”.

Si tratta adesso di vedere come reagirà – se reagirà – l’elettorato che ha  votato Trump perché non era un bellicista.

E come   l’ha preso Xi Jinpin, che era a cena con Trump quando partiva l’attacco missilistico contro la Siria, e Trump non pare lo abbia avvertito. In Oriente, far perdere la faccia a una persona importante, non è   cosa che passa liscia.

 

Maurizio Blondet

Exit mobile version