Donald Trump ha delineato il suo piano per affrontare quello che considera un grave problema di sicurezza nazionale: l’afflusso di droga e migranti illegali attraverso le frontiere con il Messico e il Canada, e soprattutto di Fentanyl dalla Cina. Le sue dichiarazioni riguardano specificamente l’introduzione di dazi sulle merci provenienti da questi paesi, una mossa che intende utilizzare come leva per forzare i governi a combattere il traffico di sostanze stupefacenti e l’immigrazione clandestina.
Dazi a Messico e Canada: la guerra contro il traffico di droga e migranti
Nel suo messaggio, Trump ha reso noto che tra i primi atti della sua amministrazione ci sarà l’imposizione di un dazio del 25% su tutti i prodotti provenienti dal Messico e dal Canada. Questo provvedimento sarà adottato come strumento per costringere i due paesi a prendere provvedimenti drastici contro il traffico di droga e contro il flusso di migranti che attraversano le loro frontiere verso gli Stati Uniti.
Trump ha sottolineato come l’immigrazione illegale e il traffico di droga stiano raggiungendo livelli senza precedenti, mettendo a rischio la sicurezza degli Stati Uniti. “Milioni di persone stanno attraversando il confine con il Messico e il Canada, portando criminalità e droghe, con un impatto devastante sulle nostre comunità“, ha scritto l’ex presidente. “Questo è un problema che cova da tempo e i governi di Messico e Canada hanno il potere di fermarlo, ma finora non hanno fatto abbastanza“.
In particolare, la situazione con il Messico è una delle principali preoccupazioni della sua amministrazione. Già quattro anni fa il presidente aveva cercato di costruire un muro al confine meridionale e aveva messo sotto pressione il governo messicano per fermare il passaggio di migranti e droga.
Le minacce alla Cina: tariffe per fermare il traffico di Fentanyl
Oltre a Messico e Canada, Trump ha anche lanciato un ultimatum alla Cina. Nel suo post, il presidente ha rinnovato le accuse verso il governo cinese riguardo al traffico di Fentanyl e altre droghe sintetiche che, secondo le autorità americane, provengono principalmente dalla Cina. Trump ha affermato che nonostante i colloqui tra i rappresentanti cinesi e il governo statunitense, non c’è stata alcuna azione concreta per fermare l’esportazione di queste sostanze illegali.
“Ho parlato con la Cina su questo problema, ma finora non hanno fatto nulla per fermarlo“, ha dichiarato Trump. “I cinesi ci hanno promesso pene severe, inclusa la pena di morte per i trafficanti, ma in realtà non hanno mai implementato queste misure”. Il numero uno della Casa Bianca ha quindi annunciato che se la Cina non intraprenderà azioni decisive per fermare il traffico di droga, gli Stati Uniti aumenteranno le tariffe su tutti i prodotti cinesi importati, applicando un ulteriore 10% oltre alle tariffe già in vigore.
Trump ha evidenziato come il Fentanyl sia diventato un’emergenza sanitaria negli Stati Uniti, con migliaia di morti ogni anno a causa di overdose. Secondo il Dipartimento per la Sicurezza Interna, gran parte di questa droga entra nel paese attraverso il Messico, ma la sua origine principale è la Cina.
Cosa accadrà ora?
Le minacce di Trump potrebbero avere ripercussioni economiche significative, sia per gli Stati Uniti che per i paesi coinvolti. L’introduzione di dazi del 25% su Messico e Canada potrebbe aumentare significativamente il costo di beni importati, come automobili, acciaio, alluminio, e una vasta gamma di prodotti di consumo. Sebbene queste tariffe potrebbero incentivare i due paesi a intervenire sul traffico di droga e migranti, potrebbero anche portare a ritorsioni economiche, con effetti negativi sulle catene di approvvigionamento e sulle industrie americane che dipendono dalle importazioni.
Allo stesso modo, l’introduzione di un ulteriore 10% di dazi sulle merci cinesi potrebbe acutizzare le tensioni commerciali tra Washington e Pechino, che hanno già vissuto un periodo di incertezze durante la presidenza Trump a causa della guerra commerciale. Se le tariffe venissero implementate, potrebbero aumentare i costi per le aziende statunitensi che importano prodotti cinesi, dai dispositivi elettronici agli abbigliamenti, portando a un impatto potenzialmente negativo sul consumatore finale.
Favorevoli e contrari alla linea di Trump
Mentre alcuni sostenitori della sua linea politica hanno accolto con favore le sue dure misure contro il traffico di droga e l’immigrazione illegale, altri si dicono preoccupati riguardo agli effetti collaterali di politiche economiche protezionistiche. Il dibattito sulle tariffe e sulle politiche commerciali è destinato a essere uno dei temi centrali della nuova amministrazione Trump.
Inoltre, il futuro delle relazioni con il Messico, il Canada e la Cina potrebbe dipendere dalla risposta di questi paesi alle minacce di Trump. È probabile che alcuni governi cercheranno di negoziare misure alternative per affrontare il traffico di droga e l’immigrazione clandestina, ma è altrettanto probabile che le tensioni tra Stati Uniti e questi paesi si intensifichino.
Resta da vedere come questa minaccia si evolverà nei prossimi mesi, ma è chiaro che, per Trump, il prezzo della sicurezza nazionale e della lotta al traffico di droga non è negoziabile.