Troppo Salvini per essere intelligente
E’ necessario mettere i pensieri al loro posto, usare sempre definizioni adeguate, altrimenti si corre il rischio che qualche idiota edifichi sugli equivoci. Un piccolo esempio: se dicessi che esiste il problema della gestione dell’accoglienza dei flussi migratori non dico una sciocchezza, la questione è sotto gli occhi incapaci di un intero continente. Se affermo invece che esiste il problema dei “migranti” sposto totalmente la questione non sul fenomeno ma su chi lo subisce e, suo malgrado, ne fa parte.
Come si può notare la differenza è abissale: nel primo caso riconosco un problema, un enorme ed inevitabile questione che non si risolve certo lasciando dei disperati in mare, nel secondo, individuo – in modo tanto sommario quanto fittizio – semplicemente dei colpevoli. Ora non dico che tutti dovrebbero essere dei “fenomelogi” che stanno lì a centellinare il significato delle rozze parole di Salvini per cavarne le reali intenzioni – basterebbe seguire i grugniti -, però sarebbe auspicabile anche non correre appresso al primo demagogo che vilmente si fa’ forte sulla pelle degli altri.
Possiamo dire che Salvini sia un fascista? Se proprio devo essere onesto non posso affermarlo se non in parte. Salvini è più un furbo catalizzatore del disagio, un ipocrita che cavalca il malcontento, più che un razzista vero e proprio. Un bulletto che, sulla pelle di emeriti sconosciuti – già marchiati da tempo come “fastidio sociale” -, costruisce triste consenso e biasimevole plauso. Un uomo triste insomma, ma adesso anche pericoloso.
Non ricorda certo Eichmann – non ancora almeno – ma piuttosto Karl Lueger, il sindaco di Vienna che all’inizio del 900’ trovò negli ebrei il capro espiatorio per giustificare il degrado sociale e morale in cui la città versava. Come Salvini non era certo un galantuomo – anche se Vienna gli ha dedicato un “ring” sino al 2012 – ma più che un razzista esaltato era semplicemente un furbo e criminoso opportunista. Il guaio è che i comizi di Lueger divennero vangelo per un giovane disadattato di nome Adolf Hitler, il quale – qualche annetto dopo – ha scatenato il secondo conflitto mondiale e sterminato sei milioni di ebrei.
Il fascismo è questo; tutt’altro che un’ideologia, ma un’accozzaglia di disadattati da internare aizzati da pericolosi opportunisti. Non trova mai terreno fertile nei suoi ideatori, ma solo ed esclusivamente tra i suoi “fomentati”. Il fascismo è un’ isolata follia fin quando resta nelle menti malate di chi ha il disturbo di immaginarlo, ma diventa totalitarismo solo quando è accolto dalle masse. Senza il consenso della gente le idee malate non sono niente.
Che Salvini sia un razzista sono fatti suoi, non può fare certo paura l’idiozia di una sola persona, mi terrorizza invece il totale rincoglionimento di qualche milionata di individui.
Se, per le sue scelte sconsiderate, Salvini fosse stato lasciato solo, isolato e condannato dall’opinione pubblica, avremmo avuto un’ ulteriore prova dei limiti dettati del suo già tarato intelletto (amo essere generoso) e finiva lì … forse ce lo saremmo pure tolti dalle palle; ma nel momento in cui riceve consensi, viene dipinto come colui che da solo si oppone ai poteri forti, e, infine, persino esaltato da alcuni pseudo-autorevoli media, allora sì che abbiamo un problema … ma un problema serio.
Ad esempio sarebbe già sano mostrare finalmente un po’ di maturità politica mostrando sempre cautela, casomai senso critico, verso il potere. Anche verso coloro che abbiamo votato. In fondo il cieco consenso ritorna sempre a chi lo riceve pericolosamente amplificato. Evitiamo di alimentare ulteriormente le personalità malate di soggetti che già occupano ruoli istituzionali per puro miracolo, altrimenti corriamo il rischio di creare mostri. Guardate De Luca! La megalomania non ha colore politico, è solo e sempre il risultato di una populistica orgia – oltretutto senza preliminari e lubrificanti – tra un ego pericolosamente malato e un popolo al quale è stato detto che è più arrapante quando è in divisa e marcia al passo dell’ oca! Non si scappa. Poi parliamo di Salvini, su! Basta spostare di un minimo la bresaola dagli occhi. E’ Salvini ca**o, non Cavour!
Infine una domanda: tralasciando Conte che chiede il permesso di parlare anche quando è tra sé e sé … ma Di Maio? In fondo è il leader del partito di maggioranza, no? E allora perché non esprime la sua sul fatto che Salvini sta facendo liberamente il bello e il cattivo tempo nell’esecutivo del “Cambiamento”? A cosa è servito scrivere un programma se una sola persona fa il presidente del consiglio, il ministro degli interni, della difesa e degli esteri? Tanto valeva scrivere su un post-it: “Salvini fa un po’come ca**o gli pare”, così avrebbe risparmiato non solo carta e inchiostro, ma anche tre mesi di figure di merda con Mattarella.
Ora un maligno che dovrebbe pensare? Che “sotto, sotto” il lavoro sporco di Salvini a Di Maio piace? Sì, casomai storce un po’ il naso, bofonchia qualcosa, ma alla fine manda il “già spu*tanato” Toninelli a dire due ca**ate e poi lascia fare. Allora dobbiamo pensare che questa è più di una mera malignità. Eh già! Se alla fine nessuno dice niente e non fa niente vuol dire che va bene così.
Che persone tristi e pericolose! In poche settimane sono state capaci di litigare con mezza Europa e sono diventati simpatici pure a Trump! Se vanno avanti di questo passo andrà a finire che daranno la cittadinanza a Lex Luthor e Teschio Rosso. La lista dei supercattivi è lunga … e loro stanno pure in fondo.
fonte immagine: Il Fatto quotidiano