Tropicalia non è il nome di un villaggio vacanze o di una zona verdeggiante aldilà dell’equatore. Si tratta della serra più grande al mondo, progettata dallo studio Coldefy & Associates Architects Urban Planners. Il disegno prevede un’enorme cupola trasparente alta più di 32 metri, all’interno della quale saranno ospitate varie specie di flora e fauna tropicali. Saranno incluse farfalle, colibrì, caimani, colorati fiori esotici, varie specie di palme, laghetti e perfino cascate. Il tutto tenendo una temperatura costante di 28 gradi, attraverso un sistema energetico autosufficiente. Si è scelto di installare la foresta tropicale artificiale a qualche chilometro da Berck-sur-Mer, nel dipartimento Pas-de-Calais, nell’alta Francia.
Un paragone inquietante
Il sogno tropicale da 73 milioni di euro deve scontrarsi con una realtà più ampia e per niente idilliaca. In un solo anno abbattuti 11.000 km² di foresta tropicale. L’ Amazzonia sta ancora bruciando, e rischia perfino di scomparire entro i prossimi 44 anni, riducendosi ad una distesa arida con vegetazione arbustiva. A dimostrarlo è il recente studio effettuato da Science and Policy for Sustainable Development, e firmato da Robert Troovey Walker. Le conseguenze ecologiche di un repentino cambiamento degli ecosistemi avranno tragiche ripercussioni sul pianeta e sull’uomo.
Davanti a una simile prospettiva, al posto di tutelare il più florido bioma terrestre, la Francia ha patriotticamente pensato di riprodurlo artificialmente. Ad esserne coinvolta una macroaerea totalmente diversa dal punto di vista ecologico. Il rigido clima invernale dell’Alta Francia può raggiungere temperature più basse di 1 grado, totalmente differenti da quelle tropicali, comprese tra i 26 e i 28 gradi centigradi. Un costo ecologico non trascurabile, che non poteva non balzare agli occhi di ecologisti e sostenitori dell’ambiente.
Fra Tropicalia ed ecologisti è battaglia
Più di 32 associazioni ecologiste si sono riunite in un collettivo dopo l’annuncio del progetto. L’obiettivo è la difesa del territorio e degli ecosistemi che verranno danneggiati e sostituiti dal piccolo paradiso tropicale. Inquietanti le prospettive sul cambiamento climatico. Le associazioni presentano dati che parlano chiaro: una delle principali minacce agli ecosistemi è l’alterazione della diversità biologica della Terra. Tra le più importanti cause di crisi degli ecosistemi vi sono la distruzione dell’habitat, l’introduzione di specie esotiche e il prelievo venatorio. Una foresta artificiale avrebbe un altissimo impatto ambientale, influendo nettamente sul cambiamento climatico nonché sulla distruzione del territorio locale. Scioperi e proteste hanno nettamente rallentato i lavori, facendo sì che Tropicalia resti ancora un progetto sulla carta. L’inaugurazione entro il 2021 è ben lontana dal diventare realtà, e non soltanto a causa del Covid-19.
Elena Marullo