Di Mirko Busto
Ripeto fino alla noia: non c’è nessun referendum sulle trivelle. Non c’è una sola trivella in discussione.
Sono parole di Renzi, pronunciate poco più di un anno fa, a ridosso del Referendum sulle trivelle. Un “referendum inutile”, così lo aveva definito l’allora premier che accusava la coalizione referendaria di fare disinformazione sul possibile ritorno alle trivellazioni petrolifere entro le 12 miglia. Ebbene oggi, a distanza di 12 mesi, arriva l’ennesima conferma che quei timori non solo erano legittimi ma che la disinformazione era esattamente dall’altra parte.
Peccato che ormai sia tardi e che un decreto del Ministero dello Sviluppo Economico che deroga al divieto di nuove trivellazioni inventando l’escamotage della “funzionalità” di nuove infrastrutture rispetto i titoli abilitativi già ottenuti, sia ormai realtà sulla Gazzetta Ufficiale.
Cosa prevede il decreto? D’ora in poi sarà possibile procedere a nuove trivellazioni petrolifere entro le 12 miglia dalla costa marina. Proprio così: in contravvenzione con il divieto deciso dal governo Monti da oggi in poi le compagnie petrolifere potranno ottenere “qualsiasi variante” al programma originario di lavoro, che preveda la perforazione di nuovi pozzi entro le 12 miglia marine dalle linee di costa e fino a fine ciclo vita del giacimento.
Per i titoli di concessione già concessi entro ed oltre le 12 miglia, inoltre, le compagnie potranno continuare ad estrarre anche oltre la scadenza in quanto la proroga si intenderà concessa anche in presenza della presentazione della semplice istanza.
La pubblicazione del nuovo Disciplinare Tipo, con cui il MISE vara lo Sblocca Trivelle entro le 12 miglia è l’emblema del modo di procedere di questo governo che ancora una volta, con incredibile arroganza, scavalca il Parlamento e attraverso l’ennesimo decreto crea una nuova corsia preferenziale a favore delle energie fossili, spianando così la strada alle lobby petrolifere pronte a spartirsi – ancora una volta – il nostro territorio.
E lo fa in contrapposizione alle promesse fatte in campagna referendaria, alla parola data alle tante Associazioni e ai tanti cittadini preoccupati per questa eventualità, ai 14 milioni di italiani che avevano votato Sì per fermare le trivelle e alle 10 regioni che avevano sostenuto il referendum. Lo fa eludendo la legge e fregandosene della Costituzione. Del bene comune e del futuro del nostro Paese.