Salvini scatena il linciaggio ai giudici che da mesi ormai asfaltano il decreto sicurezza.
Dalla sua emanazione i Tribunali e l’UE bocciano il decreto sicurezza. Il caso che ha fatto scattare la bufera è quello di Firenze, dove il Tar della Toscana ha annullato il provvedimento sulle «zone rosse». È solo l’ennesimo caso di un tribunale che boccia il decreto sicurezza e i provvedimenti del ministro. Solo che in questo caso scavando nella vita di uno dei Giudici si è potuta fare dietrologia. L’attacco di Salvini infatti non è rivolto alle motivazioni della sentenza, o alla giurisprudenza, o al diritto, ma alla persona del giudice. Ennesimo nemico per i fan del ministro che immediatamente hanno accolto l’appello del loro capitano e hanno linciato il giudice.
Il ministro Salvini ha dichiarato la necessità di segnalare i giudici che utilizzano la toga per far politica.
Tuttavia il suo attacco nei confronti dei giudici è stato personale e morale, tralasciando completamente il lavoro giuridico e dottrinale svolto sul decreto sicurezza. Lavoro che non lascia dubbi circa la regolarità dell’operato.
Infatti il decreto sicurezza dalla sua “uscita” fino ad oggi ha trovato pochissima applicazione proprio in ragione della sua fallace stesura. per questo i tribunali e l’UE bocciano il decreto sicurezza quando si confronta con la realtà esterna ai social.
Ad asfaltare il decreto sicurezza arriva anche una sentenza dell’ UE.
Infatti la Corte di Giustizia, in linea con i tribunali nazionali, ha stabilito che uno straniero non può essere espulso se nel proprio Paese rischia di essere perseguito. Un principio di logica e di giustizia già valido in Italia, in Europa e in tutti i paesi occidentali, ma che non viene recepito dal decreto sicurezza. Tale decisione va ad interpretare una direttiva ergo vincola i giudici dei Paesi UE per i casi analoghi.
Basta fare una veloce ricerca su google per ritrovarsi decine di sentenze che bocciano pezzo per pezzo il decreto sicurezza. Approfondendo la ricerca poi troviamo le lettere dell’ONU e dell’UE, ma insieme alle richieste ci sono le sentenze. Quindi il nuovo attacco di Salvini personale e morale ai giudici, alla loro indipendenza e libertà, sembra non essere altro che un modo per distogliere l’attenzione dalla sua creazione. Creazione che si è dimostrata fallace, scritta male e illegale, non per ragioni morali o politiche, ma giuridiche e logiche.
Leandro Grasso