Quando pensiamo alle città d’estate, vengono in mente gli asfalti infuocati. Il problema non è certo stagionale, il forte inquinamento e lo smog delle aree più industrializzate rende le nostre città delle isole di calore che contribuiscono non poco al surriscaldamento globale. Forse una via d’uscita c’è. Google ha lanciato un nuovo tool digitale: Tree Canopy Lab. Un portale che, alla stregua di Google Maps, riesce a “mappare” le aree cittadine per identificare le zone più o meno verdi. Il progetto ha lo scopo di individuare le aree meno green affinché possano essere piantati nuovi alberi. Un intervento che potrebbe combattere il surriscaldamento urbano e ambientale, oltre che migliorare la qualità della vita.
Tree Canopy Lab al momento è attivo solo a Los Angeles e i risultati sono stati positivi. Lo strumento ha rivelato che oltre il 50% dei cittadini vive in aree in cui la presenza di alberi che fanno ombra è inferiore al 10% e che il 44% degli abitanti vive in zone a rischio calore estremo. La città californiana è molto attenta all’ambiente, conta infatti di piantare e mantenere circa 90.000 alberi entro il 2021.
Come funziona il portale
Tree Canopy Lab è un nuovo tool digitale che fa parte della piattaforma Environmental Insights Explorer (EIE), lanciata da Google nel 2018, per aiutare le città a misurare e ridurre le emissioni di carbonio e l’inquinamento.
Tree Canony Lab utilizza immagini aeree per studiare la superficie di copertura degli alberi in una città. Spiega il team di Google: “Con le immagini aeree raccolte dagli aerei e le capacità di analisi dei dati di Google AI e Google Earth Engine, ora possiamo individuare tutti gli alberi di una città e misurarne la densità. Le immagini che usiamo per questi calcoli includono foto a colori che rappresentano da vicino come vedremmo una città dal cielo. Utilizziamo quindi un’Intelligenza Artificiale specializzata nel rilevamento degli alberi che scansiona automaticamente le immagini, rileva la loro presenza e produce una mappa che mostra la densità della copertura degli alberi”.
Non solo Los Angeles
Al momento Tree Canopy Lab permette di visualizzare il verde urbano soltanto a Los Angeles. Ma il colosso informatico ha tutti gli strumenti per arrivare a coinvolgere altre città e raccogliere tutti i dati. Per coinvolgere anche altri governi e sensibilizzarli alla lotta contro il cambiamento climatico, Google ha pubblicato un form online da compilare: potrebbe essere un modo per suggerire a Google le aree geografiche che più hanno la necessità di popolare di verde gli spazi, a partire ad esempio dalle grandi metropoli. Scrivono i responsabili di Google:
“Invitiamo gli urbanisti e i politici a contattarci per iniziare una conversazione con noi condividendo il loro interesse attraverso la compilazione di questo modulo”
L’esempio di Milano
Milano si presenta come città capofila a livello nazionale per la riconversione degli edifici urbani grazie alla realizzazione di giardini pensili: un modo per riqualificare i tetti, soprattutto ad opera di privati. “Milano oggi vanta già un milione di metri quadri di tetti verdi. Da un nostro studio emerge che potrebbero diventare 12 milioni senza alcun investimento, ma soltanto piantando piante”, ha spiegato l’assessore all’Urbanistica e al Verde di Milano, Pierfrancesco Maran.
Milano ha approvato il Piano di Governo del Territorio per il 2030 che dà, tra le altre cose, la possibilità di ripensare ai tetti degli edifici come aree su cui puntare per uno sviluppo sostenibile della città. Sono già partiti diversi progetti per questa conversione in tetti-giardino. Le coperture vegetali sugli edifici, siano essi prati od orti, migliorano la salute dei cittadini, riducono l’inquinamento ambientale, e rendono più vivibile la città.
Un modo economico per salvare le metropoli dalla crisi ambientale; per decenni abbiamo subìto passivamente smog e inquinamento. Chissà se con gli sforzi di tutti, intelligenza artificiale compresa, riusciamo a dare un volto più vivibile e green alle nostre bellissime città.
Marta Fresolone