Bruxelles ha ospitato mercoledì 29 gennaio la presentazione di un rapporto scioccante dal titolo “Tratta di Stato sulle espulsioni e la vendita di migranti dalla Tunisia alla Libia”. Il documento, frutto di un’approfondita ricerca condotta da un gruppo di studiosi europei, ha ricevuto il sostegno di diversi europarlamentari appartenenti ai gruppi S&D, Sinistra e Verdi.
Il rapporto raccoglie trenta testimonianze di migranti espulsi dalla Tunisia verso la Libia, un paese noto per il trattamento disumano riservato ai migranti. Le voci raccolte dipingono un quadro agghiacciante di violenze, soprusi e connivenze istituzionali che trasformano le espulsioni in una vera e propria tratta di esseri umani.
Testimonianze di orrore e violenza
Tra le dichiarazioni più sconvolgenti emerge il racconto di un migrante che ha denunciato: “Ci hanno picchiato, torturato, ci hanno preso telefoni e soldi. Ci hanno costretto a caricare i corpi di chi non ce l’ha fatta”. Una frase che racchiude il dramma di chi viene catturato e deportato, finendo in un ciclo di violenza e sfruttamento.
Le testimonianze descrivono un modus operandi preciso: le autorità tunisine arrestano migranti senza un regolare procedimento legale, li spogliano dei loro beni e li trasferiscono forzatamente oltre il confine libico, dove li attendono reti criminali dedite al traffico di esseri umani. Qui, i migranti vengono detenuti in condizioni spaventose, spesso torturati per estorcere denaro alle loro famiglie, o venduti a trafficanti che li impiegano come schiavi nei campi o nella prostituzione forzata.
Il ruolo delle autorità tunisine
Il rapporto mette in luce un inquietante livello di complicità tra le forze di sicurezza tunisine e i trafficanti di esseri umani operanti in Libia. Le espulsioni non avvengono in modo casuale, ma seguono un meccanismo sistematico che coinvolge sia funzionari statali sia gruppi criminali. Secondo i ricercatori, la Tunisia sta trasformandosi in un nodo strategico per il traffico di migranti, in parte a causa della pressione esercitata dall’Unione Europea per ridurre le partenze verso le coste europee.
Le autorità tunisine, grazie ai finanziamenti ricevuti dall’UE per la gestione della migrazione, avrebbero intensificato le deportazioni illegali di migranti subsahariani, spesso senza garantire alcuna tutela legale o assistenza umanitaria. Il risultato è che molti migranti si trovano intrappolati in un limbo infernale, senza possibilità di difesa e vittime di continue violazioni dei diritti umani.
L’Europa e la responsabilità morale
L’Unione Europea è chiamata a rispondere di fronte a questa crisi umanitaria. Sebbene il sostegno finanziario alla Tunisia sia giustificato con la necessità di gestire i flussi migratori, le conseguenze di queste politiche si stanno rivelando drammatiche. La strategia di esternalizzazione delle frontiere, che mira a delegare il controllo migratorio ai paesi nordafricani, si traduce in una sistematica violazione dei diritti fondamentali.
Gli europarlamentari che hanno sostenuto la presentazione del rapporto hanno chiesto con urgenza una revisione degli accordi tra UE e Tunisia, ponendo come condizione imprescindibile il rispetto dei diritti umani. La denuncia del rapporto deve rappresentare un punto di svolta per un’Europa che non può più ignorare le atrocità che avvengono ai suoi confini.
La necessità di un intervento
Organizzazioni internazionali e gruppi per i diritti umani stanno esortando l’UE e la comunità internazionale ad agire con tempestività. Le richieste principali includono:
- La sospensione dei finanziamenti alla Tunisia fino a quando non verranno garantite pratiche di espulsione rispettose del diritto internazionale.
- Un’indagine indipendente sulle responsabilità delle autorità tunisine e sulle connessioni con le reti di trafficanti.
- L’istituzione di corridoi umanitari per proteggere i migranti già vittime di questi abusi.
- Sanzioni contro funzionari coinvolti in queste pratiche illegali.
Il rapporto “Tratta di Stato sulle espulsioni e la vendita di migranti dalla Tunisia alla Libia” getta una luce inquietante su una realtà spesso ignorata.