Una battaglia per il lavoro
Dopo settimane di proteste e tensioni, i lavoratori di Trasnova e delle sue subappaltatrici Logitech, Teknoservice e Csa possono tirare un temporaneo sospiro di sollievo. Stellantis ha deciso di prorogare di 12 mesi i contratti di fornitura, ritirando le lettere di licenziamento che avrebbero colpito quasi 400 dipendenti in tutta Italia. La revoca dei licenziamenti è stata sicuramente una vittoria importante per i lavoratori, che avevano manifestato in massa, presidiando gli stabilimenti e bloccando le attività produttive.
“Ci hanno tolto il lavoro dopo 30 anni”, hanno dichiarato i lavoratori durante i presidi, esprimendo rabbia e preoccupazione per un futuro che sembrava segnato. Grazie alla mediazione del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) e all’impegno delle principali sigle sindacali, l’azienda ha fatto marcia indietro, scongiurando il peggio, almeno per il momento.
Il ruolo di Stellantis nella revoca dei licenziamenti Trasnova
La proroga concessa da Stellantis rappresenta un atto di responsabilità verso una filiera in difficoltà. La multinazionale ha spiegato in una nota che la decisione mira a garantire il tempo necessario a Trasnova per diversificare la propria clientela e superare la dipendenza da un unico committente.
Trasnova, infatti, opera quasi esclusivamente per Stellantis, un modello che si è rivelato fragile nel contesto di una crisi generale del settore automotive. L’azienda ha ora un anno per definire un piano strategico che le permetta di ridurre questa dipendenza, puntando su nuovi contratti e diversificando i propri servizi.
La crisi dell’automotive e la transizione elettrica
La situazione di Trasnova è solo un tassello di una crisi più ampia che coinvolge l’intero comparto automobilistico. La transizione verso la mobilità elettrica, unita al calo dei volumi produttivi, ha messo in ginocchio molte aziende della filiera. Stellantis, come altre grandi case automobilistiche, chiuderà l’anno con meno di un milione di veicoli prodotti, un dato che riflette le difficoltà strutturali del settore in Italia e in Europa.
Il passaggio all’elettrico comporta investimenti ingenti e un ripensamento dell’intera catena produttiva. Questo processo, però, rischia di lasciare indietro migliaia di lavoratori se non accompagnato da adeguate misure di tutela e supporto. I rappresentanti sindacali, durante l’incontro al Mimit, hanno sottolineato che è sempre importante tenere a mente che non si può sacrificare, in nessun modo, l’occupazione.
Il successo delle trattative al Mimit
Il tavolo istituzionale convocato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy è stato cruciale per arrivare all’accordo. Le principali sigle sindacali (Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr) hanno lavorato in maniera unitaria per ottenere il ritiro dei licenziamenti e la proroga dei contratti di fornitura. In una nota congiunta, hanno detto che l’intesa che si sta raggiungendo è certamente un segnale positivo, ma non risolutivo.
Il ministro Adolfo Urso ha definito l’accordo “un passo importante”, sottolineando l’importanza di un dialogo costruttivo tra azienda, lavoratori e istituzioni. Il prossimo appuntamento al Mimit, previsto per il 17 dicembre, sarà decisivo per definire strategie di lungo periodo che possano garantire stabilità e competitività al settore.
I commenti della politica
La vicenda della revoca dei licenziamenti ha attirato l’attenzione di diversi esponenti politici, che hanno espresso soddisfazione per l’esito delle trattative. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha dichiarato che questa è stata una vittoria dei lavoratori, grazie alle loro lotte e alla necessità che la politica ha di ascoltarli.
Anche Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha commentato positivamente l’accordo, ma ha invitato il governo a fare di più.
Una vittoria temporanea
Nonostante il sollievo immediato, il futuro è ancora labile e spaventoso per i lavoratori di Trasnova e per l’intera filiera. Le sfide legate alla transizione elettrica, alla crisi produttiva e alla necessità di diversificazione richiedono soluzioni a lungo termine. Per ora, l’accordo garantisce un anno di respiro, ma il rischio è che senza interventi strutturali si torni presto al punto di partenza.
Il caso Trasnova e la questione della revoca dei licenziamenti rappresenta un campanello d’allarme per tutto il settore automotive. La crisi attuale non è solo economica, ma anche sociale, e richiede uno sforzo congiunto da parte di aziende, istituzioni e sindacati per trovare un equilibrio tra innovazione e tutela del lavoro.
Lucrezia Agliani