Crociere: un settore che fa acqua da tutte le parti
Il rapporto di Transport and Environment
Quando si pensa alle crociere, si immagina un paradiso di lusso e di relax, dove il tempo sembra fermarsi. Tuttavia, dietro questa faccia scintillante, si nasconde un’industria che fa acqua da tutte le parti. Un recente rapporto di Transport and Environment, organizzazione non governativa che analizza l’impatto ambientale del settore dei trasporti attraverso una serie di studi, porta alla luce dati allarmanti.
Inquinamento alle stelle
Transport and Environment evidenzia come, nel caso delle navi da crociera, l’inquinamento abbia raggiunto livelli estremamente preoccupanti. Le dimensioni di queste imbarcazioni sono raddoppiate dal 2000 ad oggi, portando a un aumento significativo del loro consumo di carburante e delle emissioni. Queste navi, infatti, richiedono un fabbisogno energetico sempre più elevato per alimentare ai numerosi servizi a bordo, dalle piscine ai ristoranti, dall’aria condizionata alle luci. Non solo sono aumentate le loro dimensioni ma anche delle navi, che è passato da 222 nel 2000 a 515 nel 2024.
La maggior parte delle navi da crociera utilizza combustibili altamente inquinanti, come l’olio combustibile pesante e il gasolio marino. Secondo un’analisi condotta da Bryan Comer, direttore del Marine Program presso l’International Council on Clean Transportation, una persona su una crociera di 2.000 chilometri è responsabile della produzione di almeno 500 kg di CO2, più del doppio rispetto a un viaggio aereo combinato con un soggiorno in hotel.
Ma, per Transport and Environment, non è solo la CO2 a preoccupare: le navi da crociera emettono anche ossidi di azoto (NOx), ossidi di zolfo (SOx) e particolato fine (PM10 e soprattutto PM2,5), un cocktail tossico che ha effetti diretti sulla salute umana. Secondo l’organizzazione, nel 2023, le 218 navi da crociera operanti in Europa hanno emesso più ossidi di zolfo di un miliardo di automobili, ovvero 4,4 volte di più rispetto a tutte le auto circolanti nel continente. L’Italia, in particolare, si trova in una posizione allarmante, essendo il paese europeo più colpito dall’inquinamento causato dalle crociere.
Attualmente, le emissioni di anidride solforosa sono 76 volte superiori a quelle di tutti i veicoli europei messi insieme, mentre le emissioni di particolato fine sono 18 volte superiori a quelle di tutti i veicoli in Europa. Questo significa che, quando si è a bordo di una di queste navi, si respira un’aria inquinata come quelle di alcune delle città più inquinate del mondo, come Pechino o Shangai.
Il paradosso delle crociere
Paradossalmente, quindi, le crociere, che spesso sono vendute come un’opzione di viaggio rilassante e sostenibile, sono tra le modalità di viaggio più inquinanti al mondo. Tra le aziende che più fanno pubblicità alla loro sostenibilità c’è, secondo Transport and Environment, MSC Crociere, identificata come l’operatore più inquinante tra le compagnie da crociera, con emissioni di SOx superiori a quelle di tutte le altre compagnie messe insieme. Insomma, mentre i turisti si godono la loro vacanza, queste navi producono enormi quantità di rifiuti e inquinanti, più di aerei e treni.
Le compagnie di crociera, inoltre, nel tentativo di apparire più verdi, negli ultimi decenni hanno iniziato a promuovere l’uso del gas naturale liquefatto (GNL) come soluzione. Tuttavia, il GNL non è una panacea. Sebbene riduca alcune emissioni, è composto principalmente da metano, un gas serra potentissimo, e non affronta il problema delle emissioni di CO2; anzi, lo ignora. Un’analisi condotta sempre dall’International Council on Clean Transportation ha dimostrato che le navi a GNL emettono ancora quantità significative di metano, un gas serra molto più impattante sull’ambiente della CO2.
Inoltre, molte compagnie di crociera sono accusate di greenwashing, ovvero di presentare un’immagine di sostenibilità senza un reale impegno per il cambiamento. Ad esempio, un’indagine di OpenDemocracy ha rivelato che le navi da crociera spesso non utilizzano l’energia disponibile nei porti e continuano a bruciare diesel, più economico ma altamente inquinante. Nel 2023, infatti, Transport and Environment ha osservato che solo 1 nave da crociera su 10 si è collegata alla corrente elettrica dei porti, e le poche navi che hanno utilizzato l’energia elettrica lo hanno fatto per una media di sole 5 ore per visita, nonostante trascorrano generalmente 12 ore in porto.
Impatto sulla salute e le reazioni dei cittadini
Diversi studi dimostrano che esiste una correlazione diretta tra la concentrazione di questi inquinanti e l’aumento della mortalità per malattie respiratorie e cardiovascolari. Ad esempio, il Dipartimento di epidemiologia del Lazio ha stimato che a Civitavecchia, la popolazione residente entro 500 metri dal porto ha un incremento del 51% nella mortalità per malattie neurologiche e del 31% per tumori al polmone.
L’ingente quantità di emissioni che generano le navi creano preoccupazioni tra i cittadini, allarmati per la loro salute, e Transport and Environment. Un residente di Civitavecchia ha affermato che «ogni volta che una nave attracca, [noi residenti] sentiamo un odore strano nell’aria. È come se la nostra salute fosse messa a rischio per il profitto di qualcun altro». Questa sensazione di impotenza è condivisa da molti, non solo a Civitavecchia.
A Venezia, dopo l’introduzione del divieto per le grandi navi da crociera di accedere al porto, i residenti hanno espresso un senso di sollievo. «Finalmente possiamo respirare aria più pulita», ha dichiarato un abitante del centro storico. «Le navi contribuivano a un inquinamento insostenibile, e ora possiamo goderci la nostra città senza doverci preoccupare delle emissioni tossiche».
Transport and Environment osserva come in Liguria, invece, una delle regioni italiane più colpite dai gas serra emessi dalle navi, i cittadini si stanno organizzando contro l’inquinamento causato dalle crociere. «Siamo stanchi di essere ostaggi di queste enormi navi. Il nostro mare e la nostra aria stanno soffrendo», ha detto un attivista locale. «Dobbiamo trovare un equilibrio tra turismo e salute pubblica».
Anche a Napoli i cittadini hanno notato un aumento dei problemi respiratori da quando la città è diventata una meta turistica per le crociere. Un residente ha affermato: «Non possiamo più ignorare l’impatto delle navi da crociera sulla nostra salute. È tempo che le autorità prendano provvedimenti».
Come contrastare l’inquinamento delle crociere?
Transport and Environment offre una serie di raccomandazioni per trasformare l’industria delle crociere da un colosso inquinante a un modello di sostenibilità. Il suo rapporto evidenzia l’importanza di garantire che le navi possano collegarsi alla rete elettrica nei porti, riducendo così l’uso di combustibili fossili mentre sono ormeggiate.
Transport and Environment, inoltre, evidenzia l’importanza di una legislazione più rigorosa a livello europeo e nazionale per limitare le emissioni delle navi da crociera, simile a quelle già in vigore per altri settori del trasporto. Ciò include l’implementazione di limiti di emissione più severi per gli ossidi di azoto e di zolfo e l’obbligo per le compagnie di crociera di rendere pubbliche le loro emissioni e le pratiche operative. Solo così si potrà garantire un futuro sostenibile per le navi da crociera.