Traini spara a Macerata: tragedia annunciata?

Luca Traini, al momento del suo arresto, dopo la sparatoria a Macerata.

Il giorno dopo la sparatoria avvenuta a Macerata, il mondo intero ne parla, la città è ancora sotto shock e l’Italia è spaccata a metà: chi condanna senza se e senza ma il gesto di Luca Traini e chi cerca di arrampicarsi sugli specchi, dicendo che è uno squilibrato con problemi mentali. Ma questo presunto squilibrato non ha colpito sette immigrati in un semplice raptus di folllia. Luca Traini covava da tempo rancore nei confronti degli stranieri.




Una strage che si poteva evitare?

«Stavo andando in palestra in macchina, quando alla radio ho risentito la storia della 18enne. D’istinto ho fatto dietrofront, sono tornato a casa, ho aperto la cassaforte e ho preso la pistola. Ho deciso di ucciderli tutti».

Queste le parole con cui Traini ha spiegato la dinamica di quanto compiuto ieri. Ma cos’ha fatto innescare in lui una simile molla? Da tempo ormai faceva parte di gruppi di estrema destra. Anche i suoi tatuaggi lo dimostrano: la scritta “Lupo” sul collo (a lui piaceva farsi chiamare così), la croce celtica su un braccio e il dente di lupo (simbolo nazista) sulla tempia destra. Un mese fa aveva lasciato Tolentino, suo paese d’origine, per recarsi ad Acca Larentia in modo da onorare il quarantesimo anniversario della strage con la marcia su Roma di Casa Pound. Insomma, un revival fascista a tutti gli effetti che ha visto i partcipanti camminare a braccia tese per simulare il saluto romano.




Dal saluto romano agli spari contro gli immigrati

E poi ieri l’ideologia si è trasformata in azione concreta. Lungo il tragitto verso Macerata, si è fermato ad un autogrill e ha preso un caffè, poi ha detto al barista: «Ciao, vado a Macerata a fare una strage». Così ha impugnato una pistola regolarmente detenuta (una Glock) e, dopo essere salito a bordo della sua Alfa Romeo 147 nera, ha iniziato a far fuoco sugli immigrati che incontrava. La loro unica colpa è di essere persone di colore come Innocent Oseghale, il nigeriano che è stato accusato per il massacro di Pamela Mastropietro. Luca Traini è diventato un “vendicatore”, così l’hanno soprannominato sui social alcuni sconsiderati che inneggiano a lui come al nuovo eroe della patria. “Era ora che qualcuno lo facesse“, “Traini eroe dell’Italia“, “Traini libero subito“, “10, 100, 1000 Traini e via dicendo sono solo alcuni dei commenti shock che si trovano su alcuni gruppi Facebook. E, mentre i politici se ne distaccano, persino la Lega con cui lui era stato candidato l’anno scorso alle elezioni comunali, da Forza Nuova arriva solidarietà per l’aggressore. Promettono di non abbandonarlo, di non lasciarlo da solo e di pagargli le spese legali.




Una vendetta “simbolica”?

Luca Traini e Pamela non si conoscevano: sono stati sia i genitori della defunta diciottenne a confermarlo, sia l’ultima ragazza con cui è uscito un paio di mesi fa. L’anno scorso era stato fidanzato con una ragazza tossicodipendente e forse questo ha creato in lui un’associazione tra la sua ex e Pamela, ricoverata presso la comunità “Pars” di Macerata e ritrovata smembrata alcuni giorni fa. L’odio verso gli immigrati lo covava ormai da tempo: in loro vedeva i responsabili della mancanza di lavoro e della crisi in Italia che lo rendeva disoccupato e poi, dopo il ritrovamento della ragazza, quest’odio si è inasprito ed è divenuto follia omicida. 

Ecco cosa sono in grado di provocare odio, ignoranza, intolleranza, instabilità economica e propaganda politica razziale come quella promossa da Salvini, che condanna il gesto ma afferma che se non ci fossero immigrati tutto questo non sarebbe successo. Certo, perché il problema è la presenza degli immigrati, non il neofascismo che si va facendo sempre più strada negli italiani, soprattutto in quelli più giovani e deboli. Quanto accaduto dovrebbe invitare tutti noi ad una serie riflessione: basta razzismo e basta ignoranza. Riprendiamo in mano i vecchi manuali di storia e cerchiamo di capire cosa davvero sia stato il Fascismo e cos’abbia provocato all’Italia. Non ripetiamo ancora una volta gli errori del passato, altrimenti vedremo il ripetersi di  episodi come quello di ieri.

Carmen Morello

 

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