Con Elon Musk, fondatore della società aerospaziale Space X, l’annullamento dei limiti spazio-temporali si fa possibile. Obiettivo dell’imprenditore sembra essere quello di ridefinire il concetto di “spazio-tempo”.
All’ombra delle stelle
C’è un momento in cui l’uomo è padrone del proprio destino: la colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi, che ci lasciamo sottomettere.
Questo è quanto Cassio, allo scopo di convincere Bruto a partecipare alla congiura delle Idi di Marzo, declara, a gran voce, nell’atto primo dell’opera teatrale Giulio Cesare, tragedia di Shakespeare.
Siamo, forse, vittima delle stelle?
Se anche il destino dell’umanità fosse scritto nelle stelle, nulla impedisce all’uomo di librarsi in volo e di spingersi – riappropriandosi della propria sorte – più in alto delle stelle.
Il concetto risuona, forte e chiaro, in uno dei libri più amati di sempre, The fault in Our Stars, a noi noto come Colpa delle stelle. Non è un caso il fatto che John Green, autore del romanzo, si fosse ispirato, per l’ideazione del titolo, alla suddetta tragedia di Shakespeare. Lo scrittore statunitense intendeva, in questo modo, farsi veicolo di un sublime insegnamento: anche dinanzi al più crudele dei destini – quello della malattia che colpisce i due protagonisti del romanzo -, si può e si deve scegliere di vivere nel modo in cui si desidera.
John Green avrebbe lasciato un segno indelebile nell’animo di Elon Musk, imprenditore e politico sudafricano, il quale, nel proporre al mondo una delle più strabilianti invenzioni tecnologiche del secolo – Starlink -, si sarebbe lasciato ispirare da quel titolo – tanto significativo quanto evocativo – che racchiudeva il bisogno disperato dell’uomo di spingersi oltre i propri limiti.
Verso le stelle e oltre: il trenino Starlink
Ci si sorprende spesso, in questi giorni, a scrutare – occhi rivolti in alto – un trenino di luci che sembra attraversare il cielo. Quel trenino altro non è che Starlink, sistema di costellazione satellitare il cui obiettivo è quello di fornire una copertura Internet globale, raggiungendo anche le aree più remote e più isolate della Terra.
Stando ai desideri di Space X, società aerospaziale fondata da Musk nel 2002, i satelliti assolveranno presto alla funzione di ponte tra ogni angolo del pianeta: posizionati a circa 550 Km dalla Terra, saranno in grado di abbattere la latenza, rendendo le comunicazioni più semplici e più veloci, e migliorando i servizi di streaming. Ciò sarà reso possibile grazie al dialogo tra la costellazione e i ricetrasmettitori terrestri; la comunicazione avverrà tra stazioni terrestri connesse alle reti in fibra ottica e antenne satellitari montate sugli edifici.
Nel corso del novizio 2025, sarà, inoltre, possibile scambiare messaggi – messaggi di testo e messaggi vocali – grazie al servizio Direct to Cell. Il mondo che conosciamo potrebbe, così, tramutarsi in un cyber mondo.
Adottando l’espressione Starlink – espressione che richiama il best seller The fault in Our stars – Musk intendeva, già nel 2015, alludere alle infinite possibilità cui l’uomo può accedere per “farsi strada” – nel senso letterale dell’espressione – nel mondo, se non – si badi bene – anche nell’universo. Il contesto cui l’imprenditore dà origine sembrerebbe, di fatto, sottintendere qualcosa che va ben oltre il semplice accesso a internet, nonché la rottura dei confini spazio-temporali.
Muovendosi in questa direzione e decidendo di sfidare quelle sfere luminose che colorano la notte, Elon Musk si propone, agli occhi della popolazione mondiale, quale fervente sostenitore della corrente filosofica dello stoicismo.
I tunnel transatlantici: una sfida per la moderna tecnologia
All’obiettivo dell’annullamento dei limiti spazio-temporali concorre anche la proposta relativa alla creazione di tunnel transatlantici, cui Elon Musk sembrerebbe, con la sua società, aver aderito. Questi tunnel consentirebbero di ridurre, notevolmente, i tempi di percorrenza di treni e di aerei.
La proposta riguarda, in modo particolare, i collegamenti tra Londra e New York. Attualmente, la distanza tra le due città – in termini di spostamento – è di circa 8 ore di volo. Cinquantaquattro minuti è il tempo stimato che un treno, correndo sospeso in un tunnel sotterraneo, impiegherebbe nel percorrere la suddetta tratta. Nel vuoto, i treni sono, infatti, in grado di raggiungere la velocità di quasi 5,000 mph. La bassa pressione all’interno del tubo permetterebbe di minimizzare la presenza di aria. Ciò equivarrebbe a compiere un viaggio come salsicce – seppure con tutti i comfort – sottovuoto.
Sorge spontaneo il seguente interrogativo: risulta possibile creare e, soprattutto, preservare un vuoto per oltre 3,000 miglia a una profondità di 3 miglia sotto l’Oceano Atlantico? Il tubo resisterebbe alle pressioni oceaniche?
Quel che è certo è che Elon Musk non si porrà limiti: se ha puntato alla mesosfera, non gli resta che puntare all’Abisso Challenger o, per rimanere in tema, al Brownson Deep.
Mariachiara Grandetti