Le fake news, la Bestia, i russi, i bot, Facebook, Cambridge Analytica e si è completamente persa di vista l’unica vera grande questione: che è politica e culturale.
Quello che andava affrontato sul piano politico, con un’analisi profonda, onesta, coraggiosa di quello che stava e sta succedendo davanti ai nostri occhi è stato affrontato e viene ancora affrontato purtroppo al ribasso. Perché ci costa meno in termini di sforzo politico-culturale, perché prendendo le scorciatoie pensiamo di farci meno male e invece non facciamo altro che approfondire incapacità di visione e di riposta.
È consolatorio, lo è stato, pensare che Brexit fosse colpa dei russi. Era la via più facile e meno dolorosa e impegnativa. Ma ci ha depistato fino a fare danni incalcolabili.
Il lavoro impressionante dei ricercatori autori del libro (aperto a tutti a proposito di miopia da copyright) “Network Propaganda“, dopo aver analizzato milioni e milioni di contenuti e dati, ci dice una cosa semplice.
Solo avendo ben chiaro cosa dobbiamo affrontare, quali sono le radici di questa crisi, solo con una diagnosi corretta, possiamo individuare le giuste risposte. Altrimenti concentreremo la nostra attenzione, i nostri sforzi verso soluzioni sbagliate, per le ragioni sbagliate.
La sfida fondamentale che abbiamo davanti non è puramente e nemmeno primariamente tecnologica. È istituzionale e culturale. Che significa, alla fine di tutto, politica.
In maniera speculare lo stesso discorso vale per il giornalismo. Che non è in crisi per colpa dei social media o delle fake news o ai “ladri” di copyright … Invece di additare sempre una causa esterna, sarebbe ora di concentrarsi su di noi. E capire come i “media”, se sono ancora in tempo, possono porsi come luoghi affidabili da frequentare. Cosa porta le persone a non fidarsi di noi? Il nostro stesso modo di fare giornalismo ci rende inaffidabili. Ed è questo che va indagato, con una dose non indifferente di umiltà e onestà.
Non potremo risolvere le problematiche riguardanti il giornalismo concentrandoci su fattori esterni.
“Sì, è un peccato che ci siano così tante notizie false su Facebook, ma nessun fact-checking su Facebook ci renderà mai, come giornali, più affidabili. Possiamo farlo solo cambiando noi stessi”.