Ad ore dalla verità, anche Ultima Voce si esercita, con la professionalità dei dati e dello studio approfondito, a comporre il suo totoministri.
Di nomi se ne sono fatti parecchi. Il risultato alla fin fine sarà una composizione ideata secondo: le spettanze e le richieste dei partiti al parlamento, la quantità di tecnici desiderata e la qualità ricercata, al di là delle parti, dei ministri come uomini adatti al ruolo.
Sommariamente, un mix che dovrebbe essere vicino all’equilibrio tra giustizia nell’assegnazione per meritocrazia e legittimità nell’assegnazione per appartenenza o vicinanza alla maggioranza.
Setacciando tra ipotesi verosimili come “La Russa leader del Senato” e fantastiche come “Berlusconi Ministro della giustizia“, abbiamo raccolto e valutato per voi un elenco di plausibili realtà.
I nomoni di Camera e Senato
Meloni e Salvini, più che Berlusconi, si contendono dal nucleo le assegnazioni a capo di Camera e Senato. Ognuno fa avanti il proprio candidato. Per questo o per altro, la scelta propria è un “diritto” da far valere.
Meloni propone per Palazzo Madama il fedelissimo Ignazio La Russa; cofondatore di Fratelli d’Italia, è già stato vicepresidente del Senato. Salvini qui avalla Roberto Calderoli, ultimo vicepresidente del Senato ad essere riconosciuto.
Poi si discute per la Camera. Anche in tal occasione è lotta tra Lega e FdI. Riccardo Molinari e Giancarlo Giorgetti sgomitano per il primo schieramento, Fabio Rampelli per il secondo.
Totoministri, un tecnico per l’economia
Per il “reparto economia” si cerca un tecnico, accompagnato da una squadra di tecnici. A Meloni già Fabio Panetta (ex membro della Bce) ha detto “no”. Lo ha seguito nella negazione l’amministratore delegato di Cdp Dario Scannapieco.
Domenico Siniscalco rimane il miglior profilo in mezzo alle opzioni. Anche lui abile e navigato. Si pone un gradino sotto Giancarlo Giorgetti, attualmente ministro dello Sviluppo economico.
In qualità di sottosegretari politici: Maurizio Leo ( FdI), Federico Freni (Lega), Maurizio Casasco o Gilberto Pichetto Fratin (FI).
Ministri degli Interni e della Giustizia
Matteo Salvini in persona è oramai escluso dal Viminale, un suo devoto però potrebbe sostituirlo. Si tratta del suo ex capo di gabinetto Matteo Piantedosi. In parallelo si candida Giulia Bongiorno, sempre una leghista.
La poltrona della Giustizia è interesse di Carlo Nordio (FdI), Francesco Paolo Sisto (FI) e Maria Elisabetta Casellati (FI). Questa terza è la più accreditata.
Esteri e Salute
Antonio Tajani, l’uomo che molto probabilmente “erediterà” la discendenza di Berlusconi, quindi il controllo di Forza Italia, è il nome più quotato per il ministero degli Esteri.
Guido Bertolaso e Rocco Bellantone, due settoriali, si affannano per il ministero della Salute.
Totoministri, ministeri “minori” e sottosegretari
Uno tra Ignazio La Russa e Guido Crosetto gestirà i Servizi. Sono tutt’e due dell’ala Meloni, la leader vorrebbe posizionarli entrambi in posizioni chiave al governo. Il dilemma rimane “dove?”.
Maurizio Lupi, centrista, è l’unica vera personalità accostata ai Rapporti con il Parlamento.
Nuovamente Crosetto e La Russa sott’occhio per un’elevazione a sottosegretario alla Presidenza. Giovanbattista Fazzolari, l’ennesimo meloniano, li rincorre non troppo distante.
Gabriele Nostro