Torturati con Baby Shark: tre ex guardie carcerarie sotto accusa

torturati con baby shark

Detenuti torturati con Baby Shark.

Sembra quasi uno scherzo, ma non lo è affatto. Cinque detenuti sono stati torturati con Baby Shark in Oklahoma, e tre ex guardie carcerarie si trovano ora sotto accusa.

I ventunenni Christian Miles e Gregory Butler, ed il loro supervisore Christopher Hendershott, cinquantenne, sono accusati di tortura e cospirazione. I primi due per aver commesso il fatto, il terzo per non averli puniti e non aver provveduto ad aiutare le vittime, tanto da incentivare i due agenti a perpetrare i loro atti di tortura.

I detenuti venivano ammanettati e chiusi in una stanza vuota. Qui era costretti ad ascoltare Baby Shark, in piedi, per almeno due ore.



Voleva essere solo uno scherzo tra di noi

Così si è giustificato Miles, uno degli accusati. Ma David Prater, procuratore distrettuale della contea di Oklahoma, sostiene che:

Gli agenti hanno agito congiuntamente, volontariamente e ingiustamente in maniera crudele o disumani, provocando uno stress emotivo eccessivo sui detenuti che molto probabilmente stavano già soffrendo

Come dicevamo, la cosa potrebbe sembrare davvero uno scherzo.

In realtà non è la prima volta che delle canzoncine per bambini, dai ritmi notoriamente incalzanti e ripetitivi, diventino strumenti di tortura. La cosa può arrivare a provocare, in chi la subisce, disturbi del sonno e altri pesanti disagi.

Nel 2003, per esempio, sempre negli Sati Uniti, le melodie dei pupazzi di Sesame Street sono state uno dei mezzi utilizzati per torturare i prigionieri iracheni. L’anno scorso, inoltre, la città di West Palm Beach ha diffuso Baby Shark a tutto volume per dissuadere i senzatetto dal dormire nell’area esterna di un centro eventi.

È stato il New York Times a riportare la notizia. In base alle indagini, il fatto si è verificato almeno cinque volte tra i mesi di novembre e dicembre scorsi. I carcerati subivano le torture mentre attendevano di incontrare i loro avvocati. Di certo è molto triste che, ciò che era nato per insegnare e portare gioia, diventi uno strumento di tortura.

Mariarosaria Clemente

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