L’infinita odissea del reato di tortura che non riesce a diventare parte dell’ordinamento italiano.
Il reato di tortura continua a rimanere una questione irrisolta nell’ordinamento italiano. Benché a livello internazionale la tortura sia ampiamente vietata nonché considerata un crimine all’interno degli ordinamenti dei maggiori stati europei come Francia e Germania, l’Italia stenta ad adeguarsi su questo tema.
Nonostante la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura del 1984, ratificata dall’Italia già nel 1988, affermi che “Ogni Stato Parte prende provvedimenti legislativi, amministrativi, giudiziari ed altri provvedimenti efficaci per impedire che atti di tortura siano compiuti in un territorio sotto la sua giurisdizione” (art.2), l’Italia sembra proprio non voler rispettare questo impegno.
Tutti si dichiarano contrari alla tortura, tutti affermano la necessità di una legge idonea sul tema, ma nessuno si è davvero applicato per risolvere il problema. Nell’aprile del 2015 la Camera aveva già approvato la proposta di legge sulla questione, ma da allora l’opera è rimasta incompiuta.
La settimana scorsa sembrava quasi che la tanto sospirata legge fosse ad un passo dalla definitiva approvazione. Invece, la discussione al Senato non ha prodotto il risultato sperato e ddl verrà affrontato nuovamente nei prossimi giorni. Il rinvio è dovuto alla presentazione di due emendamenti da parte Nico d’Ascola e Enrico Buemi.
Il primo vuole essere un’ulteriore specifica del reato di tortura, che verrebbe così ad essere costituito da un “fatto commesso mediante più condotte ovvero se comporta un trattamento inumano e degradante”. Il secondo emendamento costituisce il limite del reato, nell’ottica di salvaguardare le forze dell’ordine e il loro operato. Un atto non può essere considerato “tortura” nel caso in cui le sofferenze causate derivino “unicamente dall’esecuzione di legittime misure privative o limitative dei diritti”.
Del resto la destra ha da sempre sostenuto che l’uso della forza da parte degli agenti della polizia o dei carabinieri, assolutamente legittimo, non può essere messo in discussione. Secondo Matteo Salvini, leader di Lega Nord, le forze dell’ordine devono avere “libertà di azione assoluta“, altrimenti rischiano di ritrovarsi alla “mercè dei delinqenti“.
La mancanza di una legge sul reato di tortura crea una lacuna grave all’interno dell’ordinamento italiano, nonché un’ingiustizia nei confronti di tutti coloro che sono stati vittima di tortura, come Arnaldo Cestaro.
Radavoiu Stefania Ema