Una versione senza maiale dei classici tortellini nel nome dell’accoglienza, in occasione delle celebrazioni per oggi 4 ottobre, Festa del Patrono della città di Bologna. E’ bastato questo a scatenare una polemica nazionale: un dato sul quale verrebbe da scherzare, se non fosse sintomatico dei livelli di ostilità nei riguardi del “diverso” nel nostro Paese, e non costituisse in qualche modo la cifra della propaganda xenofoba del più recente fondamentalismo politico-religioso.
L’idea, inizialmente attribuita all’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi, è quella di un “tortellino dell’accoglienza”: tortellini col ripieno di pollo, anziché di maiale, affinché possano essere apprezzati anche da chi non mangia la carne di suino. Il problema, però, è che gli italiani sono estremamente elastici in fatto di religiosità quando questa implica l’osservanza di principi come appunto l’accoglienza del prossimo, ma se si tocca la sacralità della cucina tradizionale si può assistere a reazioni degne dell’epoca delle Crociate.
“Un’offesa alle nostre tradizioni che nulla ha a che fare con l’integrazione”, ha tuonato Lucia Borgonzoni della Lega. Non si è fatta attendere neppure la reazione di Matteo Salvini, convinto che vi sia chi cerca di “cancellare la nostra storia e la nostra cultura”. Ha replicato al leader della Lega Romano Prodi, affermando che le nostre sono tradizioni di libertà.
Un’Italia spaccata, fra Franceschini che ha difeso l’iniziativa dicendo che, a fronte di due milioni di musulmani, il tortellino al pollo potrebbe essere un business, e Casini che ha tagliato corto: “Il tortellino non si tocca”, ha dichiarato. Di avviso opposto il regista Pupi Avati: “Il ripieno del tortellino dev’essere rigorosamente di maiale e non si può abolire il maiale per una questione religiosa, mi sembra un tradimento delle peculiarità della nostra cucina e dei nostri sapori”. Nel frattempo s’è scatenata l’insurrezione dei giornali di destra.
Sgarbi: “Mons. Zuppi non intende affatto andare contro la tradizione”
Un putiferio che ha iniziato a placarsi quando Vittorio Sgarbi è intervenuto a fare chiarezza: “Mons. Zuppi ha negato tutto”, ha dichiarato. “Non ha mai richiesto che il ripieno dei tortellini per la festa di San Petronio non fosse di carne di maiale”.
Un equivoco, dunque, secondo il noto critico d’arte, che ha spiegato d’aver parlato con l’arcivescovo: “Mi ha detto di essere un mangiatore di tortellini bolognesi, ricetta tradizionale, e mi ha anche detto che non intende affatto andare contro la tradizione”. Zuppi sarebbe infatti “caduto dalle nuvole”, tanto da non sapere, secondo Sgarbi, come una considerazione del genere possa essere stata attribuita a lui: il deputato ha poi asserito che non sarebbe tardata una nota da parte dell’Arcidiocesi.
Un “dibattito da polli”
E infatti il quotidiano della CEI non soltanto ha diffuso la nota, ma ha specificato che s’è trattato di un “dibattito da polli”: “Sorprendente che una fake new sia utilizzata per confondere”, è la puntualizzazione che si legge su “Avvenire”, il quale ha stigmatizzato il clima da perenne campagna elettorale. Si tratta d’una strumentalizzazione, secondo la testata, in quanto nessuno vuol intaccare la tradizione bolognese, bensì offrire una semplice alternativa a chi, per motivi religiosi ma anche alimentari, non può gustare il classico tortellino ripieno di mortadella.
La notizia dunque non c’è, “o va drasticamente ridimensionata”. Anche perché si tratta di pochi chilogrammi preparati con pollo, ricotta, parmigiano, uova e noce moscata, a fronte dei quintali di tortellini cucinati secondo la ricetta tradizionale.
I numeri della “invasione sulle nostre tavole”
Ed è qui che si cela l’unica vera pecca dell’iniziativa. Si dà il caso infatti che il 7% degli italiani soffra d’intestino irritabile, e abbia dovuto dire addio alla mortadella già da anni, ripiegando su cibi più digeribili come appunto la carne di pollo e il formaggio fresco.
Quasi il 90% dei nostri connazionali ha sofferto almeno una volta di disturbi dell’apparato digerente. I musulmani, dal canto loro, al netto dei timori espressi dal centrodestra rientrano nel piccolo 3,7% di cittadini appartenenti a minoranze religiose, all’interno del quale occupano un modesto 19.8%, cui si vanno a sommare gli immigrati, rispetto ai quali su circa 5.144.000 persone quelle di fede islamica sono il 32,7%.
Altro che “invasione”: in proporzione, non sono perciò che una piccolissima parte di coloro che beneficeranno dell’iniziativa. Considerando invece quanto elevato sia il numero di italiani a cui viene offerta finalmente dall’Arcidiocesi la possibilità di gustare un tortellino senza rischiare di non digerirlo, non sarebbe meglio prepararne un po’ di più?
Camillo Maffia