Il condizionale è d’obbligo. Sembra, però, che in vari punti di Torino, Roma e Milano, qualche giorno fa, sia spuntato un volantino a firma Brigate Rosse, con la classica modalità di stampa che ha accompagnato molte delle azioni messe in atto dall’organizzazione di estrema sinistra.
‹‹Guerra al PUG (Partito unico globalizzato)›› si legge nel documento che continua più avanti ‹‹noi Comunisti interventisti riteniamo che sia arrivato il momento di giungere ad una reale solidarietà di contrapposizione››.
Il volantino, precedente alla votazione del 4 dicembre, ipotizzando una caduta del Governo afferma: ‹‹Successivamente alla caduta dell’attuale Governo vigente il nostro riordino sarà quello di colpire (anche se nel documento ufficiale, c’è un errore di battitura,nda) indiscriminatamente uomini e strutture al servizio degli apparati Politici ed Affaristici Italiani prossimi all’istaurazione del nuovo “status” di matrice Fascista seppur legittimato dal consenso popolare››.
Ovviamente non esistono versioni “ufficiali” che consolidano la veridicità di tale documento o se, come potrebbe essere, il documento diffuso sia solo l’azione di un “nostalgico”. La questione resta delicata. Diverse dottrine di pensiero si sono espresse. Alcune di queste confermavano l’assoluta veridicità del documento. Altre invece, notando qualche errore di battitura, ha affermato che un ritorno delle B.R. non possa esser accompagnato da un volantino che presenti una così poca attenzione nella battitura.
Tornando ad analizzare il documento, comunque, le BR dopo un forte attacco contro i partiti ‹‹nazionalisti di estrema destra finanziati e supportati dalle Holding commerciali e finanziarie e al contempo supportati dalle masse popolari e parti sociali/partiti fino a ieri collocati a sinistra››, definisce queste entità come ‹‹acerrimi nemici del Socialismo›› accusandoli di mirare ‹‹al controllo sistematico delle risorse potendo contare sul consenso scellerato delle masse, ormai corrotte e disposte a cedere irrimediabilmente al progetto del PUG››.
Attribuendo a tale situazione la responsabilità della “Crisi economica”, nel documento si parla poi di una ‹‹svolta plebiscitaria che causerà un ulteriore restringimento dei margini di mediazione nell’ambito del mercato del lavoro e un inasprimento dei rapporti tra cittadini ed apparati di stato››, prevedendo quindi ‹‹conseguenti strategie repressive contro chi non sarà disposto a cedere ai dictat autoritari di questo nuovo regime››.
‹‹La stessa continuità di una lotta – si legge nel del documento – è legata e condizionata dalla sua capacità di reagire alla repressione, così come fecero i compagni partigiani durante la guerra di liberazione e successivamente i combattenti delle varie organizzazioni, giustiziando boia e traditori, la parola d’ordine d’oggi – si afferma in conclusione- è quella di organizzare la lotta armata contro il PUG “Partito unico globalizzato”››.
Il documento si chiude con la sigla S.P- Per il comunismo.
Matteo Ferazzoli