Il 25 maggio 2017 è stato un giorno che resterà a lungo nella memoria dei tifosi granata. Il Torino è tornato a casa, nel rinnovato Filadelfia, l’impianto che è entrato nella storia del calcio grazie agli Invincibili. Il momento che tutti tifosi aspettavano da anni è arrivato attorno alle 10, quando si sono aperte le porte del nuovo impianto, da ora in poi sede degli allenamenti della prima squadra e delle partite del settore giovanile. All’inaugurazione erano presenti più di 50.000 persone che hanno corredato la festa con maglie, bandiere e tanta viscerale passione. Le immagini del nuovo impianto possono essere viste sul sito di Sky Sport, dove è presente una carrellata di istantanee che comprende anche gli spogliatoi, in pieno stile tradizionale.
La leggenda del Grande Torino
Al ”Fila”, come i tifosi chiamano affettuosamente lo stadio, il Toro ha scritto le pagine più importanti della sua storia, con quella che probabilmente è stata la squadra più forte dell’intero calcio italiano, meglio nota come il Grande Torino o gli Invincibili. Quella compagine, stroncata dalla tremenda tragedia di Superga, è rimasta nei cuori non solo dei torinesi, ma anche di tutto il mondo del pallone.
Per dare un’idea della qualità di quei giocatori, basti pensare che nel secondo dopoguerra, quando l’Italia stava faticosamente cercando di rialzarsi, il Torino dava alla nazionale dieci giocatori su undici. Negli anni, record su record sono stati battuti da quella squadra. Fra questi spicca la più larga vittoria nei campionati a girone unico, il 10-0 sull’Alessandria del 2 maggio 1948 e la tripletta più veloce nella storia della Serie A, firmata da Valentino Mazzola in tre minuti nel corso di Torino-Vicenza del 1947. Oltre a ciò, la statistica che fa più impressione è la striscia di 100 partite consecutive senza sconfitte del Grande Torino, durata più di 6 anni, dal gennaio 1943 al novembre 1949. «Solo il fato li vinse», come si usa dire, nessun’altra squadra.
L’abbandono e la rinascita
Al ”Fila”, dove l’ultima partita ufficiale si è disputata nel 1963, i granata hanno conquistato tutti i trofei della loro storia: sette scudetti e cinque Coppe Italia. Successivamente, l’impianto era stato in funzione come centro di allenamento del Toro, salvo poi essere dismesso nel 1993. Ne è seguito un periodo difficile, corredato da chiacchiere, polemiche e continui rinvii rispetto ad eventuali progetti di riapertura. Intanto lo stadio perdeva la sua anima, le erbacce si impadronivano del terreno di gioco, le tribune diventavano pericolanti, in un generale stato di incuria durato quasi vent’anni.
Alla base della rinascita la volontà della Fondazione Stadio Filadelfia, sodalizio costituito da comune, regione, società e sette associazioni di tifosi che dal 2006 ha lavorato con l’obiettivo di ricreare un patrimonio di storia e cultura sportiva. La società ha preso in mano la situazione a fine 2014, quando sono iniziati i primi lavori preparatori. Le condizioni del Filadelfia abbandonato erano pessime, tanto che si è reso necessario un disboscamento ed una bonifica bellica. Addirittura nel campo si era insediata una colonia di gatti (”I gatti del Filadelfia”), la cui sorte è stata oggetto di polemiche da parte di associazioni di animalisti che temevano per la loro salute. Fortunatamente si è poi trovata loro una sistemazione presso corso Sebastopoli, dove è poi stato costituito un vero e proprio gattile.
Completato il disboscamento nel febbraio 2015, la fase più complicata dei lavori fu la bonifica bellica, la quale si protrasse per tutta l’estate di quell’anno, ma non portò a particolari ritrovamenti, se non un elmetto da soldato. In seguito fu trovato un proiettile di mortaio vicino ad un muretto, ma l’arrivo degli artificieri, allertati con una certa tempestività dato lo stato ormai avanzato dei lavori preliminari, appurò che non si trattava di nulla di pericoloso. Constatata la sicurezza dell’area, il 17 novembre 2015 è stata posata la prima pietra del nuovo impianto: da allora il cuore del ”Fila” è tornato a pulsare.
Cairo: ”Una giornata epocale”
Visibilmente emozionato, nel corso dell’inaugurazione il presidente Urbano Cairo ha espresso tutta la sua gioia per essere riuscito a realizzare il progetto: «Una giornata epocale, quando ci fu la posa della prima pietra dissi che era una giornata speciale, oggi è una giornata straordinaria».
Nelle intenzioni della società, il Filadelfia dovrebbe tornare a essere quello che era in passato: un luogo di aggregazione e di incontro, nonché uno spazio aperto a tutti i tifosi. Far rinascere il ”Fila” non è stato un semplice gesto simbolico, in quanto permetterà di creare quel collante fra le vecchie e le nuove generazioni granata e restituirà l’erba di quel luogo mitico ai tanti ragazzini che sognano, un giorno, di arrivare a vestire quella stessa maglia, seppur di una taglia un po’ più grande, sui campi di serie A.
Questa riapertura la meritavano in tanti: i tifosi, i giocatori, le vecchie glorie granata, il Toro degli Invincibili, ma anche tutti noi, amanti del calcio e delle sue storie. E allora bentornato, Filadelfia.
«Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto “in trasferta”».
Indro Montanelli, dal Corriere della Sera del 7 maggio 1949.
Fabio Ravera