Il settore culturale viene spesso bistrattato quando si tratta di ripartire le risorse disponibili. Torino non ha fatto eccezione e a fare i conti con problemi di liquidità è anche il celebre Salone del Libro.
Il problema dei pagamenti ritardati e il nuovo assetto della Fondazione del Libro
Un primo grande scoglio con cui si scontrano Associazioni Culturali, Fondazioni ed Enti è costituito da pagamenti e contributi elargiti con eccessivo ritardo. Le accuse più pesanti a Comune e Regione arrivano da Ernesto Ferrero, ex direttore della Fondazione che gestisce il Salone, ha dichiarato al quotidiano “La Repubblica”:
« si sono create le difficoltà che nemmeno Jeff Bezos sarebbe in grado di affrontare »
Secondo l’ex direttore, le difficoltà finanziarie della Fondazione sono da imputarsi ai pagamenti mancati o non tempestivi di Regione e Comune. I soci fondatori così hanno finito per coincidere con i debitori e, dopo due anni di conti altalenanti , si è arrivati a liquidare la Fondazione. Il nuovo assetto prevede l’ingresso del Circolo dei Lettori e della Fondazione per la Cultura (enti di afferenza rispettivamente regionale e comunale). Il nuovo soggetto prende il nome di Fondazione per il Libro la Musica e la Cultura, la direzione editoriale è affidata a Nicola Lagioia (in carica dall’ottobre 2016), sotto la presidenza di Massimo Bray.
L’organizzazione della 31° edizione del Salone del Libro (10-14 maggio 2018) sarà suddivisa tra il Circolo dei Lettori e Fondazione per la Cultura. Il primo si occuperà degli eventi all’interno del Lingotto, la seconda della parte riguardante le manifestazioni del Salone-Off. Per Chiamparino questi ingressi consentono di dare spazio ad un maggior numero di protagonisti mentre, Ernesto Ferrero sottolinea i rischi connessi all’allungamento della catena dirigenziale.
La Difesa della Regione e le difficoltà degli altri enti culturali
La Regione difende le proprie scelte tramite l’Assessore Regionale alla Cultura Antonella Parigi, che affida alle colonne di Repubblica la replica a Ferrero.
Secondo l’Assessore è ingiusto attribuire tutti gli errori di gestione ai soci fondatori, Parigi afferma:
«Più probabilmente c’è stato un ritardo generale nel comprendere che i tempi erano cambiati e che bisognava modificare le modalità gestionali, magari immettendo nuove competenze».
L’assessore ha poi esortato alla collaborazione le varie anime della nuova Fondazione. Inoltre, ha chiarito che la suddivisione organizzativa tra Circolo dei Lettori e Fondazione per la Cultura è una soluzione temporanea.
In ogni caso, al di là delle divergenze, tutti confidano nella buona riuscita del Salone 2018.
Le iniziative culturali torinesi però non si limitano soltanto ai libri, in questo clima, anche il Teatro Regio lamenta una crisi di liquidità. Per il sovraintendente Walter Vergnano questa situazione è dovuta ai pagamenti ritardati da parte di Comune e Regione. A complicare ancora le cose, si aggiunge l’attribuzione di immobili, assegnati al Teatro in sostituzione dei contributi in denaro. E’ facile immaginare come questa prassi, alla lunga, faccia lievitare i costi di gestione.
In conclusione, i fatti di Torino ci restituiscono il quadro di un settore culturale in costante affanno che cerca di sopravvivere come può all’assenza di fondi.
Gessica Liberti