Tori Amos al Teatro degli Arcimboldi di Milano

Tori Amos - Fonte: i2.wp.com/stagedoor

Tori Amos entra in scena, accolta da un pubblico di affezionatissimi in attesa di ascoltare la sua doppia voce: ugola e pianoforte. Saluta, sorride e inizia a suonare, avvolta da un abito cangiante e reso un caleidoscopio di colori dalle luci che lo illuminano. Si mette a sedere, si accomoda, tra un pianoforte e l’altro: perché lei quando suona si sdoppia, è cantautrice ma anche parte del suo pubblico. Lontana e vicina, allo stesso tempo, perché tra lei e chi l’ascolta non c’è quasi separazione. Il concerto inizia con Iieee, dall’album From The Choirgirl Hotel. Il pubblico si alza in piedi, urla, canta. Lei ricambia l’affetto – meritatissimo – con sguardi da innamorata, mentre con le mani impasta note e suoni.

Tori Amos - Milano
Tori Amos – Milano

Fari rossi, toni caldi e una voce capace di scendere e salire: è il momento di Butterfly, Northern Lad e Spark.






Alle sue spalle l’immagine di alberi in fiamme, quasi a voler sottolineare il potere – incendiario – della sua musica. Pura passione, viscerale, capace di farla tremare mentre esegue i suoi pezzi. Canta Pretty Good Year, Pancake e poi due cover: She’s Always A Woman (Billy Joel) e Lovesong (The Cure). Tori Amos adora omaggiare gli altri artisti e lo fa nel modo migliore: rendendo personalissime anche le melodie che non le appartengono direttamente. Nata per fare musica o per essere musica? Il pianoforte è estensione fisica del carisma e dell’amore con cui la Amos si offre al pubblico.






L’immagine sul fondo del palco cambia, non più fiamme ma montagne innevate. Con due immagini ha catturato tutti gli elementi: terra, fuoco, acqua e aria. E lei, con la sua voce mai rauca ma graffiante, è il quinto ed indispensabile elemento: l’arte. Un’altra manciata di canzoni (Reindeer King, Apollo’s Frock, Flavor, Marianne, Bliss) e il gran finale. Il pubblico del Teatro degli Arcimboldi lascia le seggiole e si catapulta sotto al palco. Leather e A Sorta Fairytale sono gli ultimi due brani proposti.





Tori Amos saluta, guardando i suoi fan. Esce di scena, non c’è più musica. Eppure è ancora possibile respirare il calore delle sue note.

Luca Foglia Leveque

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