Già nel 2013 Jane Campion aveva fatto la sua ultima incursione nel mondo televisivo con la prima stagione di Top of the lake, serie ricolma di grandi personaggi femminili, magnifici paesaggi, mistica new age e guerra dei sessi. L’ambientazione, che agli amanti di Emily Brontë e di Twin Peaks sarebbe piaciuta moltissimo, era quella della sua natia Nuova Zelanda, tenebrosa ed ammaliante, rinvigorita nella sua bellezza dalle luci del direttore della fotografia Adam Arkapaw.
La protagonista Robin Griffin (una ottima Elizabeth Moss) è una detective incaricata di indagare sulla scomparsa di una dodicenne incinta, Tui Mitcham (Jacqueliene Joe), coinvolta in un racket di prostituzione dalla famiglia, negli ambienti sotterranei della cittadina di Laketop.
Attorno a questo mistero gravitano le lotte per la tenuta di Paradise, desiderata dal padre di Tui, Matt Mitcham (Peter Mullan, attore scozzese straordinario e sanguigno): la guru C.J. (Holly Hunter) ha occupato il suolo con la sua comunità di donne in cerca di sé stesse e non ha intenzione di andarsene. Come se non bastasse, l’intrigo s’infittisce con la storia d’amore di Robin con Johnno Mitcham, figlio rinnegato di Matt, in lotta con il padre di cui aborrisce la violenza.
Il contorno sociale è perfettamente delineato nello scontro tra bianchi e maori, vita borghese ed ambienti sotterranei del crimine. La sapienza registica della Campion dà una grande forza al racconto di una serie fatta non con linearità ma concisione ruvida e il compiacimento del diamante grezzo.
Il gusto della Campion si dilata nella narrazione lasciando grandi lampi di emozioni e dissonanze fortissime ed immagini dure, aspre, forti e coinvolgenti. Lavoro intenso che merita visioni rinnovate per penetrare e lasciarsi andare al flusso che scorre sotto la scorza di poliziesco, genere spesso abbandonato nelle scene per seguire le psicologie con un passo da entomologo. Una serie che intriga, respinge ed ammalia.
Ebbene, Top of the lake ritornerà con la sua seconda stagione. Presentato a Cannes 2017, Top of the lake: China Girl vede Robin Griffin in servizio a Sidney, malinconica, assorta nel lavoro, senza rispetto però dei suoi subalterni. L’unica eccezione in questo ambiente è data dalla sua collega Miranda (Gwendoline Christie).
Le vicende s’infiammano quando su una spiaggia viene ritrovato un trolley con dentro il cadavere di una ragazza cinese, probabilmente coinvolta nel racket di prostituzione dell’Estremo Oriente che ha in Australia una tappa più che fondamentale.
Ma Robin ha anche un altro grande problema da risolvere: ritrovare la figlia sedicenne che ha lasciato in adozione dopo lo shock dello stupro subito da ragazza. La ritrova, scopre che la ragazza, Mary (Alice Englert, figlia di Jane Campion), è stata adottata da Julia (Nicole Kidman), benestante divorziata, lesbica fresca di coming-out. Ma un personaggio molto particolare potrebbe mettere in pericolo Mary collegandola a sua insaputa con il racket…
Di sicuro la serie non sarà per tutti i palati. Ma chi avrà il sentire giusto per lasciarsi andare alla narrazione sensuale e dilatata della Campion, sarà un’emozione. L’uscita in Italia ancora non è stata programmata. La serie però sarà trasmessa in America a settembre 2017 sul canale Sundance. Aspettiamo pazienti nell’attesa che Sky Atlantic lo trasmetta presto.
Antonio Canzoniere