Con Too Good To Go puoi acquistare una magic box con l’invenduto del giorno: goditi il tuo pranzo, la tua cena o uno snack a partire da soli 2€, scegliendo tra ristoranti, forni, bar, pasticcerie, supermercati, hotel.
Questa è la presentazione di Too Good to Go, l’applicazione mobile reperibile su Google Store: un monito semplice ed efficace contro gli sprechi.
Il suo utilizzo è assai semplice: l’utente cerca cosa mangiare – spulciando tra le attività commerciali disponibili -, effettua l’ordine e ritira la “magic box” nella fascia oraria specifica.
I prezzi oscillano tra i 2€ e 6€; a volte si tratta di un risparmio minimo (1€), ma più che sufficiente a soddisfare l’aspettativa di una migliore gestione alimentare.
Al momento, l’app ha raggiunto una votazione di 4,8 su 5, sinonimo di un buon feedback; perlomeno è ciò che si percepisce anche dai commenti, per la maggior parte positivi.
L’app è molto recente, quasi in concomitanza con il monito ecologico attuale; difatti, gli ultimi aggiornamenti ambientali hanno decisamente scosso l’opinione pubblica. Plausibilmente, ci troviamo di fronte ad una società che, eccezioni a parte, punta a una vita più salutare.
Il provvedimento citato mi riporta alla mente la signora norvegese trattata tempo fa: quelle mele in eccesso appese allo steccato, alla mercé dei vicini; trattai l’argomento da un punto di vista antropologico, marcando il discorso sulla possibilità di rimediare ad un eccesso d’indolenza. La possibilità di salvaguardare il territorio, attraverso pratiche non eccessivamente “faticose”, assume le fattezze di una spinta positiva; per i tempi che corrono, questa applicazione diventerà uno dei piccoli tasselli atti a comporre un mosaico di buonsenso.
È certo che un eccesso di pigrizia non possa rappresentare una giustificazione, ma sollecitare l’uomo contemporaneo attraverso un’idea semplice, costruttiva, contempla un lento e graduale processo rieducativo; la critica verso chi non ha cura del proprio habitat è sempre sensata, ma non deve scadere nell’estremismo, l’accusa becera, poiché l’estremo si addice alle fazioni.
E di fazioni ne abbiamo già abbastanza, perlomeno in politica; deleterio sarebbe gettare fango ulteriore su chi non si mostra interessato; più sensato, al contrario, “tenere per mano” e facilitare la presa di coscienza di chi non ha ben chiara la gravità della situazione.
Fornire un’alternativa, un piccolo suggerimento, è un passo in avanti; la costatazione di quanto, con poco, si possa porre rimedio alle abitudini degradanti del consumismo moderno – il cui derivato, tra tanti, è sicuramente il conseguente spreco dei beni. Nel caso specifico del nostro Paese, abbiamo già avuto a che fare con cifre da capogiro, certamente legate agli scorsi anni, ma tuttavia emblematiche ed influenti. Lo spreco dei beni di consumo, cibo incluso, è direttamente proporzionale ad un gigantesco buco economico; non che sia il motivo principe per cui salvaguardare il proprio habitat, ma se servono degli incentivi…
Too Good to Go è una delle piccole soluzioni possibili. A portata di mano, immediata e supervisionata da un team partecipe.
Sempre meglio che vedere tanto cibo nella spazzatura, direi. Sono certo che il nostro stomaco saprebbe farne un uso migliore, se non altro l’uso dovuto.
Eugenio Bianco