La tomba dell’atleta è stata scoperta nei pressi di Roma, più precisamente nella località Case Rosse. Il ritrovamento è avvenuto durante scavi archeologici preventivi a fronte dell’iniziativa di raddoppiare l’ampiezza l’acquedotto Castell’Arcione-Salone. Questo sepolcro è stato ritrovato incredibilmente intatto e possiede una storia molto interessante da raccontare. È infatti un reperto archeologico molto prezioso e soprattutto utile a comprendere in maniera più approfondita le antiche tradizioni.
Tomba dell’atleta, la storia
La tomba dell’atleta è stata allestita tra il IV e il III secolo a.C. e al suo interno sono stati rinvenuti quattro scheletri che dovrebbero presumibilmente appartenere al medesimo nucleo familiare. La zona in cui la tomba è stata scoperta non aveva mai portato alla luce scoperte archeologiche di rilievo, almeno fino ad ora. Per questo motivo gli archeologi, di fronte a quella tomba, sono rimasti piuttosto stupiti. Soprattutto il soprintendente Francesco Prosperetti che ha spiegato ai media che questo evento dimostra che ci sono ancora molte nozioni da imparare sulla storia e molti luoghi da scoprire, anche quelli che sembrano non avere particolare peso.
L’ingresso della tomba
Per accedere alla camera sepolcrale, all’epoca della sua costruzione, era necessario transitare lungo un pozzo lungo due metri per uno. Del pozzo ora non rimane praticamente nulla se non scarsi residui dei gradini che illustravano agli ospiti la strada. L’ingresso era chiuso con una lastra di calcare bianco e tufo. Due degli scheletri appartengono ad adulti e sono stati posizionati ai lati del vano ipogeo. I due rimanenti, appartenenti a ragazzi giovani, sono invece stati collocati in fondo al vano. All’interno della tomba dell’atleta però non ci sono soltanto gli scheletri bensì di due oggetti molto interessanti. Si tratta di strigili ovvero degli utensili che servivano agli atleti per detergere il grasso e il sudore. Motivo inoltre per cui la tomba è stata appunto chiamata “dell’atleta“.
Corredo funerario intatto
Gli strigili non sono gli unici oggetti ad essere stati trovati. Moltissimi altri infatti occupano la tomba e, oltretutto, in ottimo stato. Ceramiche e vasellame vario decorati con la tecnica chiamata “a vernice nera” sono solo uno degli esempi. Sono stati rinvenuti anche due piatti chiamati “piatti di pesce” dove al loro interno vi erano ancora resti di agnello e coniglio, tipiche offerte alimentari che venivano lasciate durante i rituali funerari. La scoperta della tomba dell’atleta è stata casuale, come dal tronde accade per moltissimi altri reperti archeologici. È una scoperta incredibile perché solitamente non viene quasi mai trovato il corredo funerario intatto come in questo caso. Spesso i resti nelle tombe vengono infatti depredati e riutilizzati o in epoche successive o per altri scopi. Grazie alla presenza di tanti oggetti intatti c’è la concreta possibilità di comprendere meglio le tradizioni della prima età repubblicana romana. Tutti i manufatti ritrovati saranno sottoposti ad uno scrupoloso studio che forse rivelerà nuove nozioni relative a rituali e abitudini del tempo.