Tokyo 2020: boom di qualificati italiani all’insegna della parità di genere

Parità di genere, Tokyo 2020

Fonte: pixabay.com

Il prossimo 24 luglio si aprirà il sipario sulle Olimpiadi di Tokyo 2020. E, nonostante la paura iniziale, l’Italia vedrà aumentare il numero dei suoi partecipanti iscritti ai Giochi.

In tutto sono 125 gli atleti italiani qualificati a Tokyo 2020. Divisi in 15 differenti discipline, per ultime il canottaggio e l’equitazione. A rappresentare il tricolore italiano saranno 63 uomini e 62 donne.

Le parole del Presidente del CONI Malagò

Alla presentazione del Longines Global Champions Tour, il presidente del Coni,  Giovanni Malagò, ha annunciato con entusiasmo:



La scorsa settimana nel completo, siamo saliti a 125 qualificati, mai eravamo stati così in alto in questo punto dell’anno, con ulteriori possibilità di incremento ulteriore”. Poi ammicca in direzione della parità di genere: “Abbiamo anche un’incredibile divisione tra maschietti e femminucce. Siamo 63 a 62, una bella gara.

Una parità di genere incredibile, che si auspica essere la spinta iniziale per costruire una Federazione e un modo di fare sport portatori di un messaggio inclusivo di uguaglianza ed equità fra i due sessi.

Lo sport, infatti, oltre a divertire e appassionare, può anche risvegliare coscienze collettive intorpidite. Questo, al di là di facili moti d’orgoglio patriottico, può unire i popoli. Come successe in Sudafrica ai mondiali di Rugby del ’95. Nelson Mandela, una volta diventato presidente dopo 27 anni di prigionia, usò come espediente proprio il rugby, per superare l’odio razziale dell’apartheid che divideva la popolazione bianca da quella nera. Il Sudafrica vinse i mondiali e Mandela ritrovò un paese più unito. Fu solo l’inizio, la spinta iniziale per mobilitare un paese diviso dall’egoismo e dalla paura del diverso.

Ecco, ispirati dal passato, vogliamo sperare che questo entusiasmo per la parità di genere raggiunta a Tokyo 2020 si tramuti in una svolta coscienziosa nel mondo dello sport e non solo.

A favore delle donne per troppi secoli tenute al guinzaglio e lontane dalla partecipazione sociale.

Axel Sintoni

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