Il 4 marzo 2008, dopo una lunga malattia, moriva Tina Lagostena Bassi. Una guerriera determinata, ma allo stesso tempo dotata di un’incredibile sensibilità. Dedicò la propria vita alla difesa dei diritti delle donne.
La Bassi è considerata ancora oggi “l’avvocato delle donne” per antonomasia. Forte e materna, professionale e umana, prese a cuore i casi più spinosi. Si interessava alle donne che difendeva, non le vedeva come vittime, ma come persone con un’identità. Si batté come una leonessa per far valere i loro diritti.
Nel 1975, un fatto di cronaca nera sconvolse l’Italia, passando alla storia come il massacro del Circeo. Angelo Izzo, Andrea Ghira e Gianni Guido uccisero Rosaria Lopez e ridussero in fin di vita Donatella Colasanti. Quest’ultima si costituì parte civile contro i tre ragazzi. A difenderla c’era lei: Tina Lagostena Bassi.
Fu un processo difficile e scomodo, che coinvolse anche associazioni femministe. Ma non si trattava esclusivamente di violenza sulle donne. Era la violenza di tre pariolini ai danni di due ragazze di umili origini. La Bassi questo lo sapeva bene, e difese a spada tratta la Colasanti. Non solo dai suoi carnefici, ma anche dalla strumentalizzazione che subì l’accaduto.
Tina Lagostena Bassi è ricordata soprattutto per il “Processo per stupro”. Trasmesso dalla RAI nel 1979, esso fu il primo processo per violenza carnale ad essere mandato in onda. La vittima dello stupro da parte di quattro uomini era la diciottenne Fiorella. La ragazza conosceva Rocco Vallone, uno degli stupratori. Questo fu uno dei dettagli che trasformò la parte lesa in imputata.
Gli anni ’70 stavano finendo, ma in Italia c’era ancora molta strada da fare. Nonostante il moltiplicarsi delle associazioni femministe, per certi versi la società italiana era rimasta molto indietro. L’opinione era quasi unanime: Fiorella “se l’era cercata”.
Ma la folla inferocita e gli avvocati della difesa, arrogantemente condiscendenti, non avevano fatto i conti con la grinta della Bassi. La sua arringa passò alla storia. In un Paese in cui le allusioni alle violenze sessuali venivano perlopiù taciute, fu uno shock.
Tina Lagostena Bassi riuscì a rompere il muro di silenzio costruito attorno a questioni considerate sconvenienti. Inossidabile e compassionevole, è il perfetto esempio di come dovrebbe essere un difensore dei diritti. Un grande avvocato, ma prima di tutto una grande donna.
Veronica Suaria