Se la scuola italiana si è sempre limitata a presentare le tre religioni monoteistiche per eccellenza – cristianesimo, ebraismo e islamismo – i social si fanno promotori di credi di nicchia, meno conosciuti e talvolta stigmatizzati. A distinguersi fra tutti è TikTok, che conferisce uno status dignitoso a religioni sottovalutate.
Nella cultura italiana, in bilico tra la tradizione della Chiesa cattolica e l’agnosticismo moderno, culti nuovi faticano ad emergere.
Inoltre la scuola italiana tanto nella storia, quanto nella religione, promuove una conoscenza limitata delle dottrine esistenti, forse perché alcune vengono sottovalutate o non ritenute “ufficiali”, ma non per questo da non considerare. Difatti spesso chi non si ritrova nei valori professati dal cattolicesimo vede come sola alternativa l’ateismo, ignorando una serie di altri culti di cui potrebbe apprezzare le credenze.
I meccanismi dietro a TikTok
TikTok primeggia nell’offrire un vasto panorama religioso, dando la possibilità a chiunque di farsi divulgatore e informatore. Questa possibilità talvolta è svantaggiosa poiché consente che vengano fornite informazioni incomplete, vaghe o del tutto prive di fondamento, ma ha anche diversi lati positivi. Grazie a chi le conosce e le rende note, permette infatti di venire a contatto con realtà che fisicamente non avremmo l’opportunità di conoscere, e non si parla solo di località, ma anche di religioni, filosofie e scuole di pensiero.
L’algoritmo di TikTok ha come obiettivo quello di dare maggiore visibilità ai contenuti ritenuti più interessanti e adeguati ad un utente in base alle sue precedenti ricerche, all’apprezzamento dimostrato attraverso i “like” e al tempo trascorso sui video. Tuttavia la pagina dei “per te”, così è definita la schermata principale della piattaforma, propone anche video piaciuti alle persone che si seguono. In questo modo si crea una rete di TikTok con argomenti molto diversi tra loro che permettono all’utente di scoprire tematiche diverse rispetto a quelle già ricercate. Così è possibile da una parte essere sempre aggiornati e dall’altra crearsi il proprio “habitat”, entrando nelle proprie comunità di interesse.
Questo è ciò che avviene anche per coloro che, interessandosi a culti poco popolari, ricercano nei social qualcuno che ne faccia parte, che li professi o che semplicemente ne parli. È così che anche coloro che non credono nelle religioni tradizionali possono sentirsi appartenenti a una comunità religiosa, che spesso fisicamente hanno difficoltà a trovare.
Da Dio a Io
Dalla popolarità di alcuni culti emersi ultimamente, i giovani fruitori di questa piattaforma sembrano manifestare un sentimento comune: spostare il focus da Dio all’Io. Lungi dall’accettare che le sorti della propria vita vengano controllate da una forza esterna, un Dio lontano e giudicante, si fanno essi stessi direttori della propria esistenza.
Occultismo, spiritismo e neopaganesimo danno voce a questa necessità, nonostante l’opinione pubblica continui a censurarne i nomi e a disapprovarne i culti. Questo è da ricondurre a una storia di persecuzioni, in cui tali credenze erano considerate eretiche, poiché in contrasto con le verità proposte dalla Chiesa cattolica. In realtà, rispetto a credibilità e ideologia, non hanno niente da invidiare alle religioni tradizionali. In queste si percepiscono echi di passate esperienze religiose politeiste e sebbene la visione del mondo vari tra una religione neopagana e l’altra, esiste un comune approccio naturalistico e umanistico all’esistenza.
“La realtà è costituita dalle nostre percezioni mentali”
Talvolta più che religioni si tratta di scuole di pensiero o filosofie, come quella legata alle leggi che governano l’universo, ad esempio la legge del Karma, a cui si è interessata recentemente anche la fisica quantistica. Tra queste spicca la legge dell’attrazione che gli esperti di TikTok insegnano a mettere in pratica attraverso meditazione e manifestazione. Scrivere, visualizzare mentalmente, ripetere, utilizzare pietre e cristalli, creare tavole di foto con ciò che si vuole ottenere. Lo scopo di queste pratiche, perlopiù improntate a un miglioramento della propria interiorità, è quello di plasmare la realtà tramite il proprio pensiero, attraverso un profondo autoconvincimento.
La community vede l’essere umano come una calamita in grado di attirare a sé ciò che desidera o che non desidera attraverso emozioni positive o negative. Si tratta quindi di controllare i propri stati d’animo e diventare registi e attori della propria vita. #manifestazione, #affermazioni, #leggedellattrazione, #poteredellamente sono gli hashtag che accompagnano questa tipologia di video e che agevolano il lavoro dell’algoritmo di TikTok.
Una religione personale
Jessica Crispin, giornalista e scrittrice statunitense, che ha lavorato per il New York Times e il Washington Post, ha più volte cercato di nobilitare il potere rivoluzionario di queste religioni e filosofie. Sono da lei considerate come un modo per comunicare con l’inconscio, al fine di ottenere veri cambiamenti. A proposito afferma che sebbene un individuo si imponga razionalmente un obiettivo, per poterlo ottenere effettivamente deve poter scavare nella propria dimensione spirituale per convincersi dal profondo. In questo, sostiene Crispin, entra in aiuto la meditazione.
Il fatto che questi culti non prevedano una struttura gerarchica o comandamenti rigidi rendono la dimensione religiosa qualcosa di intimo e personale. I giovani che si avvicinano a questi mondi sono cresciuti abituati all’impossibilità di professare individualmente le religioni dogmatiche, come quella cattolica. Per questo motivo hanno sempre più voglia di scoprire autonomamente la propria interiorità ed entrare in armonia con questa. Serenità, soddisfazione ed energia sono le sensazioni che promettono queste dottrine, una promessa che dalle testimonianze su TikTok sembra essere rispettata.
Il social media cinese, oltre ad essere il punto di partenza per l’approfondimento di realtà lontane dal quotidiano, apre un dibattito sulla questione della religione insegnata nelle scuole italiane. L’Italia è uno stato laico che, sebbene accolga la sede della Chiesa cattolica sul proprio suolo, nella propria Costituzione ammette l’esistenza e l’esercizio di culti diversi dalla religione cattolica. La scuola italiana, nota per il suo spirito conservatore, dovrebbe quindi fornire una cultura generale più ampia sul panorama religioso esistente. Dovrebbe quindi trattare la religione come viene trattata la filosofia e perciò informare in maniera oggettiva su dottrine diverse, ma tutte culturalmente significative.