Thomas Starzl è morto a 91 anni. Il chirurgo americano ha rivoluzionato la tecnica dei trapianti ed è considerato oggi il padre della moderna trapiantologia.
Thomas Starzl nel 1963 eseguì il primo trapianto di fegato e tra gli anni Ottanta e Novanta compì diversi esperimenti nei trapianti da babbuino all’uomo.
È stato anche un pioniere nel trapianto di rene e ha contribuito allo sviluppo di farmaci che rendessero i trapianti di organi più sicuri ed efficaci, e che bloccassero il rigetto del nuovo organo da parte del sistema immunitario.
Nato nel 1926, dopo un’infanzia e una giovinezza segnate dalla morte della sorella, della madre e poi da quella del padre, sempre a causa di gravi problemi di salute, Starzl cominciò i suoi studi nel 1947 presso la Northwestern University (Illinois), per poi conseguire nel 1952 la laurea, il dottorati di ricerca e l’abilitazione alla professione medica.
Dopo interessanti e stimolanti esperienze professionali presso diverse strutture ospedaliere tra cui Baltimora, Miami, Chicago e Denver, è nel 1963 che Thomas Starzl tentò il primo trapianto di fegato al mondo.
Il paziente era un bambino di soli 3 anni, affetto da una malattia alle vie biliari per la quale all’epoca non vi era alcuna terapia medica né speranza di vita. L’intervento però non riuscì a concludersi: il sangue del bimbo non coagulò e morì dissanguato.
Il chirurgo ci riprovò poco dopo con un nuovo paziente, un uomo adulto affetto da cancro al fegato. Sebbene il paziente in questo caso sopravvisse all’intervento, dopo 3 settimane sopraggiunsero le medesime complicazioni e l’uomo morì. Nonostante il triste esito, però, questo intervento rappresentò una svolta incredibile per la chirurgia, e Thomas Starzl guadagnò ben presto una fama internazionale.
Dopo anni di tentativi, è nel 1967 che Starzl riuscì a ottenere il primo successo nel trapianto di fegato, che da lì a poco divenne quasi un intervento di routine.
La sua attività pioneristica si è estesa anche allo sviluppo di nuovi farmaci e di efficaci terapie immunosoppressive, oltre a considerare il contributo nella ricerca di metodologie per la conservazione degli organi destinati ai trapianti, come alla tecnica al trapianto di più organi (multiviscerale) e a quella del trapianto delle isole del pancreas.
L’operato e la lungimiranza di Starzl non si fermano qui. In tutto il mondo hanno fatto discutere i suoi tentativi di trapianto di organi dagli animali all’uomo. Lo scienziato ha smesso di operare all’età di 65 anni, ma ha continuato la sua attività di insegnamento e ricerca nell’università di Pittsburgh, che ha dedicato proprio a Thomas Starzl l’Istituto Trapianti.
Nel mondo sono tantissimi gli allievi di Starzl che lo ricordano in questo triste giorni, tra cui anche alcuni italiani, come Antonio Pinna, dell’Università di Bologna, e Vincenzo Mazzaferro, dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano.
Annachiara Cagnazzo