Il 20 settembre il canale americano NBC ha trasmesso l’episodio pilota di una serie attesissima: This Is Us. Le aspettative erano state fomentate dal trailer che in poco tempo aveva raggiunto le 30 milioni di visualizzazioni.
Era diventata virale, in particolare, l’immagine del sedere perfetto di Milo Ventimiglia (l’indimeticato Jess di Una mamma per amica). Troppo poco, direte, per meritare la vostra attenzione. Eppure aggiungendo al cast attori come Starling K. Brown (recente vincitore degli Emmy per il suo ruolo in American Crime Story) e la bella Mandy Moore e specificando che gli autori sono gli stessi di Crazy, Stupid, Love e avrete una ricetta perfetta per il successo.
Le attese proposte dal trailer si sono infine realizzate in un primo episodio che funziona alla perfezione e che è riuscito ad emozionare il mondo intero. La serie si presenta come una dramedy (commedia drammatica) apparentemente multilineare. Seguiamo le storie di quattro personaggi nel giorno del loro 36° compleanno. Quella che sembra l’unica similitudine che lega i personaggi (ovvero essere nati lo stesso giorno) viene soverchiata da un ribaltamento finale che lascia a bocca aperta.
Non dirò altro di una trama semplice che ha nella sua struttura meticolosa e sorprendente il suo punto di forza. Gli elementi comici vengono inseriti con cura in una impalcatura fortemente drammatica e servono per alleggerire i momenti più intensi. Proprio qui sta il difetto principale di questo episodio: la leggerezza, o meglio l’eccessivo ottimismo che lo anima.
L’eredità di Crazy, Stupid, Love
Pregi e difetti del film più famoso del trio che presenta This Is Us, ovvero Dan Fogelman (autore) e Glenn Ficarra e John Requa (regia), sono stati traslati in questa serie. Da una parte una scrittura brillante che punta a divertire ed emozionare grazie a forti twist finali. Dall’altra personaggi sempre positivi ma con dei conflitti irrisolti e uno smodato buonismo nella trattazione.
Lo stesso Fogelman ha dichiarato di volere trasmettere speranza e ottimismo in opposizione al cinismo tanto di moda. Elementi che funzionano indubbiamente e il successo di questo episodio pilota ne è la prova. Ma quello che va bene in un film leggero e senza pretese o in un singolo pilot potrebbe infastidire se spalmata su 13 episodi.
Le potenzialità di This Is Us
Sull’efficacia di questo episodio c’è poco da dire: non può non emozionare la maggior parte del pubblico (principalmente quello femminile). Non si può, dunque, non consigliarne la visione. Ma per quanto riguarda le potenzialità seriali di questo prodotto, i dubbi e le criticità non sono poche.
La coerenza strutturale del pilot è tale da chiudere il cerchio fin troppo bene. Sembra quasi che tutto possa finire così e non si sente il desiderio incontrollabile di sapere come si svolgerà la trama.
L’assenza di conflitti reali, se non quelli interiori dei personaggi, è molto preoccupante. Si ha la sensazione che qualunque difficoltà possa essere superata con un sorriso e attraverso quei valori classici come l’amore e la famiglia.
Sia chiaro non si tratta di emozioni facili. La scrittura, la messa in scena, le interpretazioni restano di livello e sono fondamentali per creare l’empatia. Ma l’eccesso di buonismo potrebbe risultare stucchevole e rischia di depotenziare la serie, compromettendola definitivamente.
Alla fine dei conti, qualsiasi sia la strada che prenderà This Is Us, ciò che resta è un episodio pilota assolutamente memorabile che resta efficace anche da solo. Non lasciatevelo scappare!
articolo di Carlo D’Acquisto