Il caso The Voice e la funzione etica e sociale del talent show

The Voice

The Voice ha rischiato la chiusura.

Conclusa la diatriba tra Rai Due e Fremantle, la casa produttrice del celebre (per non dire ennesimo) talent show dedicato alla musica.

Da quanto è stato appreso negli ultimi giorni sembra che Fremantle abbia dato un ultimatum a Viale Mazzini, circa la nomina di Sfera Ebbasta, tra i vocal coach della trasmissione. La Questione si è risolta poche ore fa con la sostituzione in via definitiva dello stesso Trapper.

Ma facciamo qualche passo indietro.

Giorni fa è stata ufficializzata la convocazione dei nuovi coach del programma The Voice.

Assieme a Morgan nel cast sarebbero stati inseriti; Guè Pequeno, Elettra Miura Lamborghini e, appunto il Trapper delle grandi occasioni, Sfera Ebbasta.

I quattro “tenori” erano stati menzionati dalla casa produttrice a Raidue circa un mese fa e la stessa li aveva approvati. Ma quasi contemporaneamente al momento in cui la casa di produzione stava preparando i contratti, arriva il veto della dirigenza Rai per Sfera Ebbasta.

Il giallo delle nomination di The Voice

Il silenzio assordante della vicenda ha fatto saltare in aria i fan, ma anche la produzione stessa la quale, di concerto con gli operatori televisivi avevano già predisposto lo shooting fotografico e i relativi look attinenti ai protagonisti.

Il “No” a Gionata Bossetti  sarebbe dunque arrivato ieri all’ ora di pranzo con una telefonata che ha fatto saltare in aria i vertici della produzione, i quali hanno però intimato l’ultimatum: “No Sfera no party”. Il programma quindi potrebbe saltare qualora il nome di Sfera Ebbasta venisse rifiutato.

Fonti attendibili vicine alla dirigenza di Rai Due hanno hanno fatto sapere che il programma sarebbe ancora in palinsesto, previa sostituzione del trapper, protagonista suo malgrado della tragedia nella discoteca di Corinaldo.

Il braccio di ferro tra il detentore del format  e la Rai dunque si è concluso, ma ciò che risulta strano è altro. La vicenda di Corinaldo e l’inquisizione che è stata fatta riguardo i testi di Sfera Ebbasta non ha fortunatamente dato un seguito “autorevole” alla crociata contro le nuove tendenze, di cui la musica contemporanea è stata più volte ingiustamente coinvolta.

La realtà dei fatti è che i brani di Sfera Ebbasta continuano a vendere e la tragedia alla Lanterna Azzurra non ha certo scalfito la popolarità tra i giovanissimi. Viene da sé che  The Voice avrebbe uno share molto più alto con lui, Gue Pequeno e la prorompente ereditiera della Lamborghini, che non con musicisti reali.




E allora il tutto è perfettamente in sintonia con The Voice, con la natura dei talent e meno con il labile pseudo-protezionismo della tv generalista.

Se si parlasse di musica la vicenda avrebbe tutt’altro sapore, ma qui siamo su un livello molto inferiore. Un format confezionato ad arte con il solo scopo di creare un mercato musicale mordi e fuggi, alla ricerca di aspiranti artisti calla ricerca di una vocazione a basso costo, non ha niente a che vedere con la musica, ma solo con il mercato globale: creare artisti come fossero smartphone; dopo 6 mesi ne esce uno nuovo.

Indi per cui che senso avrebbe impegnare un artista vero che la musica la conosce, la vive, le ha dedicato sacrifici e tempo con l’obiettivo di creare un linguaggio nuovo e affidargli il compito di automatizzare l’istinto e generare cloni e impartire i suggerimenti tecnici per non imparare a cantare; per tutto il resto c’è Autotune!

Solo chi è stato costruito a regola d’arte, potrà alimentare il mercato del “copia e incolla”.

Fausto Bisantis

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