Poche ore sono trascorse dalla morte della regina del regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Elisabetta II, dopo oltre 70 anni di regno, e il Paese è in attesa del lutto nazionale di dieci giorni previsto in Gran Bretagna che si concluderà soltanto dopo il funerale ed a cui seguirà l’incoronazione del figlio Carlo, principe del Galles. La notizia della dipartita, che ha rimbalzato su tutti i maggiori canali di informazione, è stata suggellata dal discorso del primo ministro inglese Liz Truss che in conclusione ha pronunciato la celebre frase “The queen is dead, long live the King”: “la regina è
morta, lunga vita al re”.
Cosa si cela dietro questa affermazione, che viene ripetuta dopo ogni decesso dei sovrani di Inghilterra?
La frase pronunciata dal primo ministro inglese si riferisce alla nota espressione “Le roi est mort, vive le roi”: “il re è morto, viva il re”.
Molti credono che questa espressione si riferisca al fatto che alla morte del sovrano si preannunci anche l’imminente salita al trono del successore, così come suggerito anche dalla Truss. In realtà, l’origine del motto è da ricercarsi nel 16° secolo,
quando, un collegio di giuristi inglesi espose una singolare teoria, secondo la quale, il re (o la regina) possiede due corpi: il corpo naturale soggetto alle malattie e allo scorrere del tempo e il corpo politico invisibile intoccabile ed eterno.
Tale teoria venne successivamente trattata nel libro I due corpi del re di Ernst Kantorowicz pubblicato nel 1957. L’idea della duplicità del corpo dei sovrani, sorta in epoca medievale, servì a giustificare al popolo la natura semi divina dei reali, in essi il popolo vedeva delle guide morali e spirituali e proprio in loro era proiettata l’immagine di Dio stesso. E’ importante ricordare che i re erano tali per diritto divino e nel momento della proclamazione e incoronazione venivano ( e vengono tuttora) unti e consacrati in modo da rappresentare il volere di Dio sulla Terra (una sorta di Dio-uomo, una duplice valenza di Dio). I sovrani di Inghilterra, infatti, oltre che capi dello Stato, sono a tutti gli effetti i capi della Chiesa protestante.
Inoltre, la teoria dei due corpi fu necessaria per trovare una risposta alla morte dei re. Del resto, i reali, così come tutti gli uomini, erano soggetti alle malattie e alla morte, ma con la soluzione della suddetta, il re può essere immortale, in questo modo è soltanto il corpo naturale a soffrire i cambiamenti e a morire, mentre il corpo politico vive per sempre,restando incorruttibile.