Luca Zingaretti arriva sui palchi di tutta Italia, in una veste molto particolare. Dopo l’uscita della nuova stagione televisiva del Commissario Montalbano, si cimenta in un’impresa teatrale dal titolo evocativo “The Pride”, nei ruoli di attore e regista.
Lo spettacolo, della durata di circa due ore, comunica con delicata forza un sincretismo di valori e temi di notevole attualità, attraverso una scenografia minimalista e un cast ridotto che tuttavia conosce il fatto proprio.
Londra diventa lo sfondo di due piani temporali differenti, e racconta il tema dell’omosessualità, vissuta nel 1958 e nel 2015. Uno scarto di sessant’anni che ci mostra i cambiamenti della società e della percezione dell’amore e dell’intimità ad esso associata.
I protagonisti sono Philip (Zingaretti) e Oliver (Maurizio Lombardi), e tra loro si pone l’unica figura femminile dello spettacolo, Sylvia (Valeria Milillo), in veste di moglie negli anni ’50 e di donna indipendente ai giorni nostri. In entrambe le linee temporali, la relazione tra i due uomini è difficile, contrastata dal disagio interiore di un individuo che lotta per inibire le pulsioni e i sentimenti che la società ha per molto tempo bollato come negativi e contro natura, o spezzata da un tradimento che porta i segni di una psiche repressa.
Il collegamento tra le due epoche non è immediato, e ci si chiede se le scene alternate siano tra loro in relazione o no. La risposta è sì, decisamente. Esse non mostrano una continuità tra le due storie, ma mettono in scena il mutamento di una società che si sta aprendo all’amore in tutte le sue forme.
Omosessualità e amore sono solo due dei temi che lo spettacolo pone all’attenzione del pubblico: la scelta, il destino, la realizzazione e la comprensione di sé, con un accenno alle tematiche dell’ossessione, della compulsione e del sesso anonimo. Senza essere invadente, “The Pride” ci porta a riflettere sull’essenza della vita in quanto tale, attraverso la domanda – mai espressa a parole, ma presente e in qualche modo tangibile – su chi siamo, quali sono i nostri obiettivi, se li raggiungeremo mai. In estrema sostanza, “The Pride” è una storia di coraggio, di incredibile coraggio.
Come ci si poteva aspettare da un tema caldo come quello che porta sul palco, lo spettacolo ha suscitato pareri contrastanti, con commenti tanto positivi quanto indignati, e questo ci porta a capire quanto ancora ci sia da parlare, dibattere, discutere e lottare. Il calendario del tour è disponibile sul sito ufficiale http://the-pride.it/
Margherita Moretti
C’è un quarto attore, perché non lo cita nemmeno?
Mi sono concentrata sullo spettacolo e sui suoi significati più che sul cast e sulla scenografia/regia, ho messo la locandina e il sito web ufficiale proprio perché chi fosse interessato ad attori e altri ‘tecnicismi’ può controllare da solo… Niente di personale contro Alex Cendron!