Inizia il conto alla rovescia per l’uscita di The Irishman, l’ultimo capolavoro del regista americano Martin Scorsese. Si parla tanto del grandissimo cast riunitosi per le riprese del film. Si parla però meno dei veri protagonisti della vicenda.
Una storia vera
The Irishman – tratto dal libro “I heard you paint houses” di Charles Brandt, – racconta la storia vera di Frank “The Irishman” Sheeran (Robert De Niro), gangstar di origine irlandese, e del suo coinvolgimento con Jimmy Hoffa (Al Pacino), ex sindacalista statunitense arrestato per corruzione e complicità con la mafia. Brandt raccoglie per cinque anni interviste e confessioni di Sheeran, tanto da riuscire a fornire una veritiera rappresentazione di meccanismi e dinamiche della malavita americana degli anni ’70 , e soprattutto a svelare l’intricato mistero di un omicidio. Di chi? Non così in fretta…Iniziamo dai protagonisti…
Da soldato a sicario
Dopo aver imparato le tecniche di uccisione nell’esercito americano, tra le cui fila ha partecipato alla seconda guerra mondiale, Frank Sheeran al suo rientro a casa passa alla malavita e inizia a lavorare sotto gli ordini del boss italiano Russel Bufalino. The Irishman ha confessato a Charles Brandt di avere compiuto per la Mafia più di 20 uccisioni.
Da sindacalista a corrotto
Il film ha però anche un altro protagonista indiretto. In prima linea nelle lotte sindacali a Detroit tra gli anni 50′ e 70′, sin dalla sua discesa in campo Jimmy Hoffa utilizza le sue conoscenze nella malavita per condizionare i propri affari. John Kennedy e il suo successore Lyndon Johnson, oltre a Robert Kennedy, intuendo che si fosse impossessato di denaro pubblico tentano di indagare e disgregare il suo sindacato. Queste indagini sfociano nel 1964 in una condanna per corruzione a 15 anni di carcere. Viene poi rilasciato anticipatamente nel 1971.
I heard you paint houses
Proprio il titolo del libro rappresenta l’inizio della nostra storia. “I heard you paint houses” (Ho sentito che dipingi case) è la prima frase che Sheeran disse a Hoffa quando i due si conoscono al ristorante Machus Red Fox di Bloomfield Hills, Michigan, un sobborgo di Detroit, nel luglio del 1975. La frase è una metafora per indicare l’uccisione di un uomo. La pittura rappresenta infatti il sangue che sporca muri e pavimenti.
Per il resto….anteprima!
Stavate aspettando di sapere chi verrà ucciso? Mi dispiace per voi. Niente spoiler. Non svelerò il finale della nostra storia e l’epilogo dei due personaggi per permettere a chi non ha familiarità con queste vicende di godersi il film (uscirà su Netflix e con diffusione ridotta anche nelle sale cinematografiche il prossimo autunno) in tutta la sua suspense. Intanto, per chi volesse per ingannare l’attesa conoscere le prime impressioni ecco tre appuntamenti: il 27 settembre anteprima mondiale al New York Film Festival, ad Ottobre appuntamento al London Film Festival, e poi ancora una tappa italiana: Lunedì 21 ottobre alla Festa del Cinema di Roma. In attesa dell’uscita.
Buona visione!
Beatrice Canzedda