Quando si parla di diagnostica per immagini, il brivido e la curiosità diventano sensazioni quasi universali. Che si tratti di risonanza magnetica, ecografia o Tac, si è spesso portati a pensare a qualcosa di grave o comunque molto serio. Mai ci saremmo sognati di concepire questa branca della scienza medica, come un mezzo di espressione artistica, in grado di svelare sotto una nuova luce il corpo umano.
Questo fino a oggi; ossia fino al momento in cui un gruppo di artisti/ricercatori ha intuito che la parte più intima del nostro organismo potesse rappresentare qualcosa di profondamente attrattivo non solo dal punto di vista medico.
Nasce così la mostra, The Beauty of Imaging, in programma fino al 6 gennaio 2019, presso la Città della Scienza di Napoli. Parafrasando la semantica espressionista del titolo, l’idea di questo percorso, voluto dal Gruppo Bracco, mette in scena l’esplicita naturalezza dell’universo sottocutaneo. Nessun estremismo sensazionalista o provocatorio, ma solo un percorso visuale capace di rivelare come la diagnostica per immagini sia capace di essere al tempo stesso, uno strumento di controllo e prevenzione delle malattie, ma anche un modo per scoprire l’affascinate materia interna di cui siamo fatti.
The Beauty of Imaging si concentra su un percorso più delicato, nel quale è la scienza a porsi al servizio dell’arte e non il contrario, aprendo in questo modo nuove prospettive di linguaggio e conoscenza sull’evoluzione umana, scientifica e culturale.
Il viaggio di The Beaty of Imaging lungo la complessa struttura umana, diventa anche un itinerario temporale, che sfrutta i codici dell’intrattenimento per guidare l’occhio dello spettatore all’interno di quella rivoluzione scientifica e tecnologica chiamata “biomedica” e che, ha sostanzialmente cambiato la storia della medicina.
Arte e scienza, in questo caso diventano uno strumento indissolubile di conoscenza delle nuove e vecchie frontiere di questa rivoluzione e, al tempo stesso, un modo nuovo per osservare, esplorare e comprendere nel dettaglio quella meraviglia misteriosa che è la macchina umana.
Fausto Bisantis