The Alfano Bros. I soliti rospetti
Non c’è niente da fare, siamo dei provinciali … in tutto! Infatti vorrei ricordare ad Angelino Alfano che mentre lui era miseramente impegnato a sistemare il parentume Blair e Bush si davano da fare per portare la guerra sul pianeta! Non so se rendo!
No, noi non abbiamo stile … ci perdiamo in quisquiglie: ci sputtaniamo per mettere a posto la famiglia e alla fine facciamo pure le vittime: “mio fratello ha vinto il concorso regolarmente; gli hanno fatto mettere la colla dietro a 15 francobolli. E questo solo agli scritti! Figuratevi agli orali!
Ma quella che è proprio difficile da digerire è l’uscita sul padre malato!” Alfano su! Con tutto il rispetto per il capostipite, sei un ministro, mica un parcheggiatore abusivo? Non hai bisogno di dire: “capo, a piacere vostro! Mettetevi una mano sulla coscienza … perché ho genitori e figli a carico!”
Un minimo di amor proprio e di riservatezza per tutelare i cari. Non hai avuto problemi a spiattellare ai quattro venti la progressiva e dolorosa degenerazione psicofisica dell’anziano genitore però ti guardato bene dal far sapere in giro che moglie e fratello campano alle nostre spalle? Eh no! Non ci fai una bella figura. Beh, parliamo di Alfano, cosa potevamo mai aspettarci?
Ma Angelino può contare su amici fidati. Il papà – rigorosamente putativo – del famoso e incostituzionale lodo pro-Silvio , il tristo e imbarazzante protagonista del caso Shalabayeva– che da integerrimo e inappuntabile responsabile del Viminale fu salvato in parlamento scusandosi col dire “non sapevo niente!” – è stato blindato dalla maggioranza di governo, Pd in testa; un partito che dopo aver perso la faccia può solo guardarsi le spalle.
Su Angelino Alfano si regge la tenuta dell’intero governo, che è un po’ come dire che sull’inglese di Renzi si regge tutta l’enciclopedia britannica.
Ma qual è il grande male in tutto questo? Che un mediocre politico abbia messo a posto la famiglia? Che un incapace sia l’ago della bilancia di un governo imbarazzante? Certo, queste sono ragioni puramente politiche e hanno la loro gravità. Però, se guardiamo la faccenda dal lato sociale e culturale possiamo vedere qualcosa di peggio: l’assuefazione al marcio!
Ce ne sono state propinate tante e tante che neanche le contiamo più. Ormai lo scandalo dura il tempo della sorpresa, non aspetta neanche che si esaurisca l’indignazione. Condanne, scandali, inchieste, figuracce: una serie interminabile di dimostrazioni di pochezza, arroganza e ignoranza istituzionale alle quali, senza accorgercene ci stiamo facendo il callo. Da inermi e incazzati ai tempi del Berlusconismo a indifferenti e rassegnati nel contemporaneo renziano. Aveva ragione Hortensio, oramai siamo convinti che c’è poco da scegliere frammezzo alle mele marce. Eh già … è proprio la volta buona.
fonte foto: Repubblica.it
Quisquilie, non quisquiglie.
Vero, chiedo venia, ma ci tenevo ad usare non il termine latino (indicante l’immondizia) bensì quello usato da Totò (pop. Quisquiglia), comunque lo lascerò così: ad imperitura memoria della mia ignoranza.