Dora, una ragazzina di 15 anni, si è vista respinta da un concorso canoro per motivi discriminatori – “Non si accettano stranieri”. Ultima Voce ha raccolto la sua testimonianza – “Sono italiana”.
Dora Barnes Arthur è una ragazza di 15 anni, nata in Italia e quindi italiana, con un sogno come tutte le ragazze della sua età. Il suo è quello di diventare cantante. Un sogno ambizioso e difficile da raggiungere, ancor di più se incontri sulla tua strada determinate persone. Questa sfortuna è capitata a Dora che si è vestita respinta dal concorso canoro “Canta Verona” a causa della sua carnagione scura.
Insomma esistono italiani, più italiani di alti secondo l’organizzatore del concorso “Canta Verona”. Già è aberrante la chiusura agli stranieri, ancor di più la discriminazione su chi è più cittadino di altri.
Noi di Ultima Voce l’abbiamo intervistata.
Da cosa nasce la tua volontà di partecipare al concorso “Canta Verona”?
Volevo partecipare perché è il mio sogno da sempre cantare. Volevo riuscire a progredire e iniziare a farmi conoscere pian piano”
Un’occasione che altri ragazzi potranno sfruttare.
Ti saresti mai aspettata di ricevere una risposta del genere?
Assolutamente non me l’aspettavo: già quando l’organizzatore mi ha scritto “non accetto stranieri” mi tremavano le mani e speravo che il suo non fosse un motivo razzista”
Come ti sei sentita?
Mi sono sentita vittima di una forte ingiustizia. Non ero infastidita, solo profondamente ferita. Non so perché, dato che l’opinione di un fascistello qualunque non dovrebbe importarmi”
Fascista, esatto. Andando infatti a visionare il profilo dell’organizzatore del concorso troviamo, al campo orientamento politico, la dicitura “fascista”. Mostrata a orgoglio. Una caricatura allo stereotipo del veronese medio.
Hai già avuto altri episodi simili di discriminazione?
Sì, sono stata vittima di bullismo/razzismo per tutto l’asilo, le elementari e anche parte delle medie. Ero presa di mira dai compagni di scuola, reagivo col silenzio. Ogni tanto provavo a rispondere, ma senza risultati. I problemi sono finiti in seconda media quando ne ho parlato con un professore”
L’importanza della parola e della condivisione. Non lasciare nell’ombra certi gesti e abusi per porne fine e smuovere le coscienze. Difficilmente una battaglia si vince da soli, soprattutto quando il nemico è senza scrupoli e sta trovando sempre più seguaci. Bisogna trovare la forza di denunciare determinate situazioni.
Ora che fai nella vita? Studi ancora?
Sto ancora studiando. Quest’anno vado in terza superiore al classico e le cose vanno decisamente meglio”
Tornando al concorso… Intendi procedere in qualche modo o lasci perdere e guardi altrove?
Non intendo in alcun modo procedere. L’organizzatore mi ha poi scritto scusa e mi ha pure proposto di cantare in qualche suo evento, pagata – ovviamente ho rifiutato”
Probabile sia stata la paura della cattiva pubblicità che ha portato il discriminatore a tornare sui suoi passi e rinnegare il suo credo politico. Apprezzabile la coerenza di Dora che non è scesa a patti con chi poco prima l’aveva ripudiata e messo in dubbio la sua italianità. Anche questo dimostra come rendere pubbliche certe situazioni possa essere una soluzione.
Sembra davvero di essere ripetitivi ma sono molteplici i casi come questi che ci troviamo a dover ascoltare o leggere ogni giorno. Ringraziamo Dora per il tempo concessoci e per la sua volontà di rendere nota questa storia.
Christian Gusmeroli