Testa di maiale appesa davanti ad un centro richiedenti asilo a Pordenone

Qualora non ve ne foste ancora resi conto in Italia non tira affatto una bella aria, anzi, il clima è più teso che mai e a pagarne le conseguenze sono come sempre i più deboli. E indovinate chi sono i più deboli in questo più che mai delicato momento della nostra storia? I migranti, quelli contro cui si scagliano in continuazione i politici (si veda alla voce: Matteo Salvini) e quelli contro cui viene covato un odio profondo da parte di individui insensibili e rancorosi. L’ultimo episodio di odio razzista è avvenuto ieri, venerdi 15 giugno. Attorno alle 6:30 del mattino, presso un centro di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) di Sacile (in provincia di Pordenone), alcuni dei profughi ospitati hanno fatto un macabro rinvenimento: una testa di maiale con tanto di interiora è stata lasciata su uno dei pilastri della recinzione che circonda l’edificio del CARA. Tale edificio è sito al numero 77 di via San Giovanni del Tempio, a gestirlo è la cooperativa sociale Karpos di Porcia. Immediata è stata la chiamata ai carabinieri della squadra Radiomobile della Compagnia di Sacile, che si sono tempestivamente recati sul luogo. Dopo il sopralluogo, la testa di maiale è stata fatta rimuovere dall’azienda Ambiente e servizi.




Il centro richiedenti asilo di Sacile ospita otto uomini al piano terra dell’edificio dal 2016: in due anni, non hanno mai causato alcun disturbo o problema nei confronti del vicinato o degli altri cittadini. Mai qualcuno dei 20mila abitanti ha espresso dubbi o lamentele verso di loro. Dunque è ancora più strano questo triste e bruttissimo episodio. Un atto intimidatorio a tutti gli effetti: sembra quasi di essere tornati ai tempi in cui gli esponenti delle cosche mafiose si facevano a vicenda dei dispetti, lasciando davanti alla casa dei propri nemici animali sgozzati o le loro interiora, in segno di avvertimento, come a  voler dire: “Questa volta è toccato all’animale, la prossima volta ad essere sgozzato sarai tu”. I carabinieri stanno svolgendo tutte le verifiche del caso per cercare di trovare gli autori di questo atto e scoprire eventuali collegamenti tra l’orrendo gesto e la festa di ringraziamento in onore della fine del Ramadan, svoltasi proprio ieri. Se così fosse, il gesto sarebbe doppiamente offensivo, in quanto notoriamente la religione musulmana proibisce il consumo di carne di maiale (difatti, diversi passi del Corano definiscono impura questa carne). Le vittime di questa intimidazione hanno scelto di non denunciare il gesto, malgrado ne siano rimaste profondamente colpite ed offese. Da parte delle autorità locali è arrivata la condanna nei confronti di questo atto indegno e razzista, sottolineando come l’emergenza legata all’accoglienza dei migranti non possa in alcun modo giustificare simili azioni.

Carmen Morello

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