Tesla Model S: Futuro e istant classic assieme

Solo qualche giorno fa avevo inveito contro il futuro dell’automobile. Poi ho letto un’articolo sulla Tesla, la casa automobistica californiana fondata dal miliardario visionario Elon Musk, ed uno sul suo attuale modello di punta, la berlina Model S e non ho cambiato idea, per carità, ma mi sono ammorbidito parecchio, per diversi motivi.

Il primo è senz’altro la linea. Nonostante la tecnologia di cui è dotata (che vedremo dopo), la Tesla Model S ha una linea seducente, sinuosa, moderna, assai proporzionata, con un lungo cofano anteriore che sembra contenere un grosso motore V8 ed invece cela un discreto bagagliaio, visto che la propulsione elettrica occupa pochissimo spazio (la stessa cosa per il secondo motore posteriore, che non toglie troppo spazio ai bagagli), ruote (quasi) al punto giusto, cromature dosate con gusto. Insomma, assai elegante, all’altezza delle blasonate ammiraglie dei soliti noti marchi tedeschi. Dote non comune per un brand giovane e così volto al futuro.

Tesla Model S (Google)
Tesla Model S (Google)

Secondo motivo, come già citato, il comparto meccanico/tecnologico. La Model S è dotata due motori elettrici asincroni trifase, uno posizionato davanti ed un altro dietro, che assieme garantiscono una potenza di 539cv (con il Ludicrous Mode, un simpatico optional da circa 11.000 euro che consente di aumentare le prestazioni) e la spaventosa coppia di 967 Nm, degna di un tir, sviluppata fin dai regimi più bassi (uno dei principali pregi dei motori elettrici, che consente l’eliminazione del cambio, con ulteriore risparmio di spazio e massa) che garantiscono uno 0-100 Km/h in poco più di 3 secondi (rendendola, sostanzialmente, la berlina più scattante in assoluto) ed una velocità massima di 250 Km/h (autolimitata elettronicamente). Insomma, prestazioni degne dei più poderosi motori termici, e senza produrre un solo grammo di CO2. E nella massima sicurezza, visto che i due motori, funzionando assieme, garantiscono la trazione integrale, ben surrogata da sospensioni raffinate, a doppio quadrilatero davanti e multilink dietro, e da tutta una serie di marchingegni elettronici, tra cui la guida semiautonoma (attualmente il sistema più avanzato disponibile sul mercato), che la rendono sostanzialmente immune dagli incidenti dovuti ad errore umano. Internamente domina il maxi schermo touch da 17 pollici, che sostanzialmente governa per intero la vettura in ogni sua funzione, e ben si integra con un ambiente generale classicheggiante, ben rifinito (non scevro da ingenuità come gli assurdi pannelli porta privi di tasche) ed assai gradevole alla vista.

Terzo motivo, la parte ecologica: Dotata di un pacco composto da 8000 pile al litio posizionate sul pianale (che da sole pesano 600 Kg, contribuendo ai 2200 complessivi), ha un‘autonomia complessiva di circa 350 Km (certo, non i 500 e oltre promessi dalla casa), integrabile in nord Italia, fino all’altezza di Arezzo, dai Supercharged, le colonnine di ricarica rapida di proprietà Tesla che consentono ai proprietari della Model S di ricaricare l’80% delle batterie in mezz’ora, gratuitamente, così che un viaggio Milano-Roma diventi quantomeno fattibile (confortevole e rapido un pò meno), nel più totale silenzio, rumori aerodinamici e di rotolamento pneumatici a parte. In assenza delle colonnine bisogna armarsi di pazienza: con la normale corrente domestica occorrono, minuto più, minuto meno, circa 30 ore per una ricarica completa.

Quarto ed ultimo motivo, la filosofia e l’entusiasmo con cui la Tesla, marchio giovanissimo, nato nel 2003, intenda stupire, con modalità che ricordano un pò troppo da vicino la Apple (anche se il fondatore Musk la critica), con prodotti all’avanguardia e, una volta risolti gli annosi problemi di autonomia delle batterie, pressochè perfetti. Il modo giusto per dare una vera alternativa al motore termico. Almeno fin’ora, visto che le anticipazioni sulla Model 3, (la vettura che dovrà fare i numeri, che dovrebbe essere offerta ad un prezzo attorno ai 35.000 dollari) dicono che pare abbia interni degni di un’astronave, dominati da uno schermo da 21″ e buona parte della strumentazione proiettata sul parabrezza, lasciano poco sperare sulla prosecuzione di questa filosofia a cavallo tra futuro e classico.

Se siete sufficentemente ricchi (perlomeno fino all’arrivo della Model 3), con spirito Hippie, vi stanno sulle scatole le solite berline tedesche, i petrolieri ed il superbollo (visto che per i primi 5 anni ne è esente e per i successivi vale la potenza sviluppata nel 30 minuti, alias 135 Kwatt) e siete un pò fiduciosi, se abitate a Roma, che prima o poi la Tesla monti in zona almeno una colonnina per il Supercharged, la Model S è decisamente la vettura per voi. Pensateci.

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