Tesla Bot: L’Uomo Bicentenario diventa realtà

Tesla Bot

L’annuncio dell’umanoide Tesla Bot, ultimo frutto della mente visionaria di Elon Musk, fa diventare reale l’Uomo Bicentenario

Annunciato per il prossimo anno, il Tesla Bot sarà un umanoide alto 176 centimetri, peserà 56 chilogrammi, avrà una velocità di 8 km/h e potrà trasportare fino a 20 kg di peso. Per compiere le sue azioni, utilizza gli stessi chip e sensori impiegati dalle auto di Tesla per l’Autopilot. E’ stato progettato da  Elon Musk per affiancare l’uomo nei compiti più gravosi, o pericolosi e arrivare a sostituirlo anche per svolgere mansioni, come quella di fare la spesa.

I frutti di una mente futuristica

Il Tesla Bot non è l’unico frutto della mente futuristica di Musk che in precedenza ha spaziato dall’ideazione della prima piattaforma per i pagamenti on line, alle auto elettriche, dai lanci spaziali per il trasporto di merci, al treno supersonico Hyperloop, passando per l’enorme fabbrica di batterie alimentate a energia solare Gigafactory.

L’ispirazione

Impossibile non chiedersi qual è l’ispirazione di una mente così avveniristicamente fruttuosa. La prima immagine che mi è saltata in mente quando ho appreso del Tesla Bot è stata quella di Andrew, il robot protagonista de L’Uomo Bicentenario, il celebre racconto di Isaac Asimov che nella sua versione cinematografica è stato interpretato da un ineguagliabile Robin Williams.

Robot NDR 113

E’ stato bello pensare che potesse diventare realtà, perché Andrew, il cui nome di fabbrica era Robot NDR 113, non era il classico robot a cui siamo abituati a pensare. Seppur per un difetto di fabbrica, lui aveva doti artistiche e una spiccata sensibilità.
Nel corso della sua lunga vita, aveva sviluppato il desiderio di diventare uomo, facendo emergere tutte le paure e le problematiche attuali legate alla regolamentazione normativa dell’Intelligenza Artificiale (AI).

Le leggi della robotica

Basti pensare che le tre leggi della robotica che regolano il legame tra uomo e intelligenza artificiale sono state inventate da Isaac Asimov nella memorabile serie di racconti del 1950, Io Robot, da cui trae il nome proprio questa pagina e vengono citate nelle raccomandazioni che l’Unione europea presenta alla Commissione Europea nella Risoluzione del 16 Febbraio 2017.

1° Legge: Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.

2° Legge: Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.

3° Legge: Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

Essere robot o essere umano, questo è il problema





Sicuramente tra gli autori che hanno ispirato Elon Musk c’è Isaac Asimov, anche se è difficile pensare a un Tesla Bot che ascolti musica lirica e che viva in una propria casa in riva al mare, ancora più faticoso è pensare che possa prediligere la condizione di Essere Umano a quella di Robot.

In realtà, se pensiamo a quanto siano stati straordinariamente lungimiranti gli autori di fantascienza, a quanto le loro menti siano state spesso un vero e proprio ponte tra il presente e il futuro, è proprio il caso di dire: mai dire mai.

Veronica Sguera

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