Il quarto schieramento di cui ci occupiamo è il cosiddetto “Terzo Polo” fondato da Renzi e Calenda. Il programma della coalizione, denominato “Italia, sul serio”, nasce dalla fusione delle proposte di Azione e Italia Viva.
In Italia abbiamo conosciuto altre formazioni di centro che si sono definite “Terzo Polo”. Prendiamo come esempio l’ultima prova di centrismo fatta nel 2013 da Mario Monti, con Scelta Civica per l’Italia. Questa coalizione, che comprendeva tra gli altri FLI di Fini e l’UDC di Casini, arrivò al 10%, ma di fatto l’esperienza si concluse poco dopo. Come andrà questo nuovo esperimento?
La coalizione
Dopo la rottura tra Calenda e Letta (ma anche con +Europa di Emma Bonino con cui Azione era federata), e la fine dell’alleanza con il centrosinistra, l’ex ministro ha deciso di raccogliere l’invito di Renzi a formare un progetto centrista (invito ripetutamente rifiutato da Calenda in precedenza). Questo progetto elettorale si pone come obiettivo futuro la creazione di un soggetto liberal-democratico, europeista e riformista.
La coalizione si presenta alle elezioni con un solo simbolo. Questa scelta è chiaramente studiata per entrare in Parlamento. Infatti per la legge elettorale vigente (Rosatellum) le singole liste devono superare la soglia di sbarramento del 3%, ma se il Terzo Polo si fosse presentato in coalizione (con più liste collegate tra loro) avrebbe dovuto superare la soglia, molto più difficile da raggiungere, del 10%.
Le forze politiche che compongono la lista unitaria sono Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi. Entrambi i partiti sono in qualche modo derivanti dal Pd, ma contengono esponenti che arrivano da partiti di centrodestra. L’esempio principale riguarda l’ingresso in Azione di Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, arrivate da Forza Italia. Il simbolo contiene inoltre un riferimento a Renew Europe, un gruppo politico liberale, presente al Parlamento europeo, al quale aderisce il partito La République En Marche di Emmanuel Macron (politico europeo di riferimento per Renzi).
I punti principali del programma
Tra i punti principali del programma c’è l’introduzione del salario minimo e una modifica delle regole sul reddito di cittadinanza. Quest’ultimo non verrebbe eliminato, ma riformato con una sospensione dell’erogazione dopo il primo rifiuto di una proposta di lavoro congrua. Si propone poi di potenziare la cassa integrazione per i professionisti e le politiche attive per gli autonomi.
Renzi e Calenda propongono l’elezione diretta del premier, il superamento del bicameralismo paritario (vecchio pallino di Renzi) e il ripristino della prescrizione sostanziale.
Per quanto riguarda la diminuzione delle tasse il Terzo Polo propone la diminuzione dell’Irpef, in particolare per i giovani, con una detassazione completa fino ai 25 anni e al 50% fino ai 30. Propone inoltre di ridurre la tassazione sul risparmio dei cittadini.
Un’altra proposta riguarda l’obbligo scolastico da portare dai 16 ai 18 anni e la ridefinizione dell’istruzione professionale secondo il modello scuola-lavoro (sempre più criticato e al centro delle cronache per le terribili morti di alcuni studenti sul posto di lavoro).
Per gli studenti universitari si pensa al sostegno economico per l’alloggio dei fuori sede, all’internazionalizzazione degli atenei attraverso corsi in inglese e docenti stranieri, e al reclutamento di nuovi ricercatori con la trasformazione delle università in fondazioni di diritto privato a capitale pubblico (una proposta controversa e divisiva).
La politica energetica del Terzo Polo
Il Terzo Polo propone una politica energetica che si divide in tre fasi.
- Breve periodo
Con l’obiettivo di liberarsi dalla dipendenza dal gas russo, l’Italia deve aumentare la produzione di gas nazionale riattivando e potenziando gli impianti già esistenti, valutando possibili accordi con le imprese di produzione del gas per la condivisione dei costi in cambio di forniture a prezzi concordati, e rafforzando la strategia sull’energia rinnovabile;
- Medio periodo
Durante questa fase l’obiettivo è ridurre, entro il 2030 e attraverso fonti rinnovabili, le emissioni di CO2 del 55%. L’Italia deve quindi proseguire il percorso di decarbonizzazione;
- Lungo periodo
L’obiettivo finale è quello di arrivare a emissioni zero nel 2050. Questo dovrebbe avvenire attraverso una forte elettrificazione degli usi di energia, con un fabbisogno elettrico tra il doppio e il triplo dell’attuale. Sarebbe necessario quindi utilizzare un mix che includa energie rinnovabili e nucleare, impiegando le migliori tecnologie disponibili.
Domanda finale
La domanda finale, valida per tutte le coalizioni, è sempre quella sulle coperture economiche. Ci saranno i soldi per poter eventualmente attuare queste proposte?
In questo caso però ci sono altre domande da porsi.
Calenda è pienamente consapevole di non avere i numeri per vincere e quindi punta ad ottenere un risultato che possa permettere ad Azione e Italia Viva di “bloccare” il Parlamento, impedendo la formazione di una maggioranza di Governo. L’intento è quindi quello di ricreare le condizioni per riproporre un governo di larghe intese guidato da Mario Draghi.
Draghi però si è ufficialmente defilato togliendo qualsiasi dubbio sulla sua disponibilità.
Come gestiranno la nuova situazione Renzi e Calenda?
Alessandro Milia