I servizi segreti, ogni anno, entro il mese di febbraio presentano una Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza relativa all’anno precedente. I rapporti possono essere consultati sul sito ufficiale. La relazione relativa all’anno 2017 è stata presentata proprio oggi dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dal Direttore generale del DIS (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza). Si può anche scaricare il documento in pdf al seguente link. Uno dei punti fondamentali toccati nella relazione di quest’anno è stato il tema del terrorismo jihadista.
Il terrorismo jihadista
Nella relazione si legge che DAESH ha continuato a ricoprire sulla scena jihadista il ruolo di protagonista. Ma non è da solo: compete infatti con esso anche Al Qaida, che è l’altro principale attore del terrore mondiale. Gli attentati di matrice jihadista effettuati nel 2017 hanno confermato l’elevato livello della minaccia in direzione dell’Europa.
Il terrorismo continua a minacciare anche il nostro Paese. Nel documento si legge:
Per l’Italia la minaccia terroristica resta attuale e concreta, non solo in ragione del ruolo di rilievo che il nostro Paese da sempre occupa nell’immaginario e nella narrativa jihadista, ma anche per la presenza sul territorio nazionale di soggetti radicalizzati o comunque esposti a processi di radicalizzazione.
Possibili attentatori potrebbero essere persone apparentemente integrate ma in realtà preda di instabilità emotiva e dissociazione identitaria o religiosa. Altra categoria di soggetti pericolosi è quella dei foreign fighters che negli anni scorsi hanno aderito al jihad raggiungendo i teatri di conflitto. Questi ultimi hanno un potenziale di minaccia tanto maggiore quanto più lunga ed intensa è stata la loro esperienza nelle file di DAESH in Siria e Iraq. Nel documento, infatti, si afferma:
Permane alto il livello della minaccia diffusa e puntiforme, e per ciò stesso tanto più imprevedibile. Si fa qui riferimento al pericolo rappresentato dagli estremisti homegrown, mossi da motivazioni e spinte autonome o pilotati da “registi del terrore”.
Il terrorismo jihadista on-line
Nello specifico, secondo i servizi segreti, bisogna fare attenzione alle forme di influenza e suggestione veicolate tramite il web. L’isis infatti abusa di internet, sfruttando la rete per reclutare nuovi combattenti, preparare attacchi e raccogliere fondi. Si legge nel rapporto:
Il nostro Paese è investito dall’attività propagandistica ostile di DAESH, organizzazione che appare determinata ad alimentare il fenomeno della radicalizzazione on-line anche in Italia, ricorrendo in molti casi alla divulgazione di messaggi tradotti o sottotitolati nella nostra lingua.
La minaccia del terrorismo jihadista e la paura di attacchi dunque rimangono dunque molto forti nel nostro Paese.
Rossella Micaletto