Terrore a Parigi, l’Isis colpisce ancora

fonte: Elisa Bellino

“Je Suis Charlie“. Incredibile ma vero. Questa è la frase che spopolava sui social, neanche un anno fa. No, non è passato neanche un anno.

Era il sette Gennaio. Non voglio essere ripetitiva, ridondante, annebbiarvi la mente con fatti accaduti che già sapete, che tutti sanno, che si sentono ogni giorno al telegiornale, si leggono sui quotidiani, e se ne parla per strada. Ve lo ricordate l’attentato alla sede di “Charlie hebdo” ?

La gente ha iniziato a parlarne, par fare un saluto alla vecchina in fondo alla strada, una volta si parlava del meteo, o del cagnaccio all’angolo che fa sempre pipì sul pianerottolo; oggi si parla dei terroristi, dei Kalasnikov, e di quando moriremo tutti. “Si, perché moriremo tutti, hai sentito quello lì, vestito importante, il politico lì, (suppongo si parli di Renzi), ci possono tagliare la testa in ogni momento, all’angolo della strada”.
Manda giù, Elisa, non dire nulla e vai avanti per la tua strada. E ancora: “L’attentato più crudele e truce…”, “L’undici settembre francese”, “La Francia in ginocchio”, frasi captate da vari telegiornali, speciale terrorismo ecc…

Non è passato neanche un anno e la Francia è nuovamente in ginocchio.

 

 

Perché di nuovo Parigi?

Perché un altro 11 settembre?

Perché ancora altro sangue?

Non era neanche un anno fa, e mi si accapponava la pelle nell’udire frasi del tipo:

“Spedizione punitiva, io sono pronto”, “Che aspettiamo a legalizzare la pena di morte?”, “Ammazziamoli tutti”, “Stai lontano da me musulmano…”, “L’Islam, che religione violenta”.

E si parlava di questo, ovunque, era diventato l’argomento jolly, da sfoderare in ogni circostanza.

Il terrorismo era improvvisamente diventato il topic più influente, da sbattere sul tavolo davanti alla ragazza che ti piace; un modo come un altro per far colpo sicuro, e se ci aggiungi qualche insulto alla religione islamica, magari concludi pure la serata in bellezza.

Ho sentito cose che voi umani non potete neanche immaginare.

L’ultima è stata “Dio perdona anche Parigi”. Cosa? Cosa perdona a Parigi? I terroristi? Perché si sono pentiti? Devo essermi persa qualcosa… La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata una frase apparentemente innocente: “Non provare mai più a paragonarmi ad un musulmano, io con quella religione di merda non ho nulla a che fare”. Il mio cervellino, di fronte a tanta ignoranza, non può che cominciare a lavorare. Le rotelline degli ingranaggi ruotano leste e vorticosamente, l’emisfero destro ricorre alle armature, bazuka militare, perché no, kalasnikov, per restare in tema, e trucidare questo ammasso di pecore analfabete. L’emisfero sinistro, più razionale, incomincia a partorire una propria idea sull’accaduto e, come sempre avviene, inizia a documentarsi. A lui piace sapere, essere certo della veridicità della propria tesi, e dato che di cavolate già ne sono state dette, almeno tenta di approdare nel sensato. E’ un po’ noioso lui.

Innanzi tutto credo che i terroristi siano estremisti. I loro pensieri e le loro azioni sono quanto più simili ai nazisti che ai musulmani veri e propri; loro vivono per lottare, credono che tagliando la testa all’infedele obbediscono ad un ordine divino. Nulla li accomuna di più all’esperienza nazista dell’estetica della morte. Trasformandosi in martire il terrorista si avvicina al suo Dio. “Morire per la patria”, “morire per la religione”, “guerra santa”, sono tutti termini già sentiti milioni di volte. Eppure io, nella mia cerchia di conoscenze, ho avuto e ho ancora molte donne musulmane, e anche famiglie, uomini e bambini. Non mi risulta sia una religione violenta, che incita alla guerra. Non penso che nel Corano Allah obblighi il fedele ad imparare ad usare un fucile, il quarto giorno della settimana. Gli islamici accolgono il loro Dio con gioia, e con strema sottomissione, è vero. Considerano la loro religione uno stile di vita, parte integrante della loro quotidianità, la preghiera un momento di felicità, un avvicinarsi quotidiano a Dio. Ma cosa dice effettivamente il Corano, riguardo le altre religioni? Gli Islamici, sono effettivamente “intolleranti” verso gli infedeli per natura? Facendo una rapida ricerca su internet mi sono imbattuta in qualcosa di effettivamente interessante, vi riporto per tanto le esatte parole del Testo Sacro: (Tranquilli, non mi sono messa a leggere l’intero Corano, sarei collassata dopo il primo versetto, ma ho intenzione di riportarne una piccola parte, a parer mio davvero interessante).
Corano (60:8) “Allah non vi proibisce di agire con bontà ed equità verso coloro che non vi combattono per religione e non vi hanno scacciato dalle vostre dimore, poiché Allah ama gli eqanimi”.

E ancora, Corano (2:190) “Combattete per la causa di Dio coloro che vi combattono, ma non eccedete, perché Dio non ama coloro che eccedono. Se il nemico inclina alla pace, anche tu inclina verso la pace. E confida in Dio, in quanto egli è l’unico che ascolta e conosce”.

Non credo che i terroristi abbiano agito in nome di Allah. Non credo che i terroristi siano i musulmani. Non credo che i musulmani siano terroristi. Penso che non ci sia da generalizzare, e penso che non ci sia nessuna ragione in quello che è successo, solo una grande catastrofe.

Le vignette su Maometto pubblicate sul settimanale “Charlie hebdo” vi piacciono? Quanti di voi le hanno guardate? Quanti di voi hanno sfogliato effettivamente la rivista, o guardato le immagini su internet (come faccio io!), e non hanno tentato di reprimere una piccola vocina proveniente dalla coscienza,, che ci dice “Beh, però forse… Hanno esagerato”.

Quando accadono tragedie simili l’essere umano è per istinto portato ad additare un colpevole, e a piangere una vittima. Io in questo caso penso che ci siano solo vittime. Colpevole è l’uomo, Occidentale o Islamista che sia, che non accetta il sacrosanto diritto di credere a ciò che si vuole, di professare apertamente la propria religione, di esprimere la propria opinione. “Moi non, je ne suis pas Charlie”.

Era il sette Gennaio. E ora?

Ora è il 13 Novembre, la data da non dimenticare.

Terrore senza precedenti a Parigi. E intanto, a dodici ore dall’accaduto, mentre l’Isis già rivendica l’attentato sui social Network, e diffonde un primo video, si hanno ancora informazioni scarne sull’identità degli attentatori.

Un testimone ha riferito che uno dei terroristi che ha fatto irruzione al teatro Bataclan, dove si è vissuta una vera e propria carneficina, urlava “E’ colpa del vostro Presidente, non avrebbe dovuto intervenire in Siria”.

Spari, kamikaze, civili, sangue. Si parla di 7 attentati. L’Apocalisse in una sola notte.

Il terrorismo colpisce a raffica, attacchi multipli, allo Stade de France, dove si è giocata la partita Francia-Germania, in un ristorante del 10 arrondissement, al teatro Bataclan, dove si stava esibendo un gruppo rock della California.

Parigi prova a risvegliarsi dopo la notte dei cristalli. Ma il terrore è palpabile, e l’odore della morte sovrasta il profumo dei croissant parigini.

Nel testo di rivendicazione dall’Isis, viene spiegato come gli 8 fratelli kamikaze abbiano sparato, per poi farsi esplodere. Un modus operandi diverso rispetto all’attentato del 7 Gennaio, il primo “11 settembre” francese, dove il primo assalto venne condotto solo con armi da fuoco.

Tante circostanze ancora da chiarire, adesso è ancora presto, e poche sono le certezze.

Quel che è sicuro è solo che il sangue continua a scorrere.

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