Le violazioni contro i bambini in Congo stanno raggiungendo livelli allarmanti, gettando una sinistra ombra su un paese già segnato da anni di conflitto e sofferenza. In un contesto in cui la protezione dei più giovani dovrebbe essere una priorità assoluta, le cifre drammaticamente in aumento rivelano una realtà spietata che richiede una risposta urgente e decisiva.
La Repubblica Democratica del Congo (RDC) è sull’orlo di una crisi umanitaria senza precedenti, con gravi violazioni contro i bambini che stanno raggiungendo livelli record, segnando il terzo anno consecutivo di questa terribile tendenza. Le statistiche più recenti rivelano che nel primo semestre del 2023 si è verificato un allarmante aumento del 41% nel numero di gravi violazioni contro i bambini rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel corso del 2022, secondo il rapporto del Segretario Generale “Bambini e conflitti armati” (Children and Armed Conflict – Report of the Secretary-General) sono state registrate 3.377 gravi violazioni ai danni di 2.420 bambini.
Uno dei trend più preoccupanti è l’incremento del 45% nel reclutamento e nell’uso di bambini da parte dei gruppi armati nei primi sei mesi del 2023. Nel 2022, si è assistito al reclutamento di 1.545 bambini, alcuni dei quali avevano appena 5 anni, un atto che sfida qualsiasi principio umano di compassione. Inoltre, l’uccisione e la mutilazione dei bambini hanno mostrato un aumento del 32% rispetto all’anno precedente, con 699 casi registrati nel 2022.
La violenza sessuale contro i bambini e il loro rapimento sono diventati tristi fenomeni in crescita nella RDC. Nel 2021 e nel 2022, il paese ha visto i livelli più elevati al mondo di violenza sessuale perpetrata contro i bambini da parte di forze e gruppi armati. Nel 2022, il rapimento di 730 bambini ha rappresentato il numero più alto mai registrato dalle Nazioni Unite nella regione.
L’escalation delle violenze, gli spostamenti di massa e la presenza sempre più vicina dei gruppi armati alle comunità locali stanno causando un allarmante aumento delle uccisioni, delle mutilazioni e dei rapimenti di bambini. Se queste tendenze persistono, la Repubblica Democratica del Congo rischia di superare i livelli record già raggiunti nel 2022, dal momento dell’istituzione del meccanismo di monitoraggio e rendicontazione delle Nazioni Unite nel 2005.
Sheema Sen Gupta, Direttore della Protezione dell’Infanzia dell’UNICEF, ha dichiarato con rabbia e tristezza:
“Ho incontrato bambini sopravvissuti all’orrore del reclutamento da parte dei gruppi armati e ho ascoltato storie di traumi indescrivibili legati a violenze sessuali. Nessun bambino dovrebbe mai essere costretto a subire tutto questo. È imperativo che il governo intensifichi i suoi sforzi per proteggere i civili, in particolare i bambini, e che i partner e i donatori agiscano con urgenza per ampliare le attività di prevenzione e risposta. Questa violenza è inaccettabile, e chiediamo alle parti coinvolte nel conflitto di fare tutto il possibile per mettere fine a queste gravi violazioni contro i bambini”.
La situazione nella RDC si è ulteriormente aggravata dal momento in cui la violenza è esplosa nell’ottobre 2022, costringendo 1,5 milioni di persone a fuggire dalle loro case nell’Est del paese, abbandonando non solo le proprie abitazioni, ma anche i mezzi di sostentamento e le comunità alle spalle. Questo drammatico esodo ha coinvolto anche molti bambini, che sono stati costretti ad abbandonare le loro scuole. In totale, ci sono attualmente 6,1 milioni di sfollati nell’Est della RDC.
Per affrontare queste crescenti violazioni e i bisogni urgenti dei bambini colpiti, l’UNICEF ha messo in atto un piano di azione sin dall’inizio dell’anno. Oltre 100.000 bambini hanno ricevuto servizi di salute mentale e supporto psicosociale, mentre più di 6.300 sopravvissuti alla violenza di genere hanno ricevuto assistenza. Tuttavia, l’UNICEF ha ricevuto solo l’11% dei fondi necessari per la sua risposta alla protezione dei bambini nell’ambito dell’appello di emergenza nella RDC orientale, il che significa che la stragrande maggioranza dei bisogni rimane insoddisfatta. La situazione richiede un’immediata mobilitazione internazionale per porre fine a questa tragedia umanitaria in corso.