Il terremoto che sconvolse l’Europa (e la mente di un viceministro israeliano)

Carlo Barbieri

Di Carlo Barbieri

 

Poche ore fa il terremoto ha colpito una seconda volta nel giro di pochi giorni una delle zone più belle d’Italia.

Per fortuna pare che questa nuova ondata di scosse non abbia provocato morti. Ma quanto a danni, ce ne sono stati tanti; e c’è il rischio che a quelli fisici e locali si aggiunga quello di un colpo decisivo all’Europa. A questa povera Europa che non è mai nata veramente, e che sembra sempre più in procinto di abortire avvelenata da colpevoli carrierismi politici, beceri egoismi di piccolo e grande cabotaggio e incapacità di gestire fenomeni epocali come le migrazioni – provocate, peraltro, da precedenti visioni politiche miopi e predatorie.

Perché dico questo?

Ora mi spiego.

Mi aspetto che adesso Renzi, che ha cominciato ad alzare la voce (giustamente) nei confronti dell’Europa che non vuole riconoscere le necessità di bilancio causate da migrazioni e terremoti, alzi la voce ancora di più – magari sottolineando la protesta con una scarpa sbattuta sul tavolo, come fece Kruscev alle Nazioni Unite.

A questo punto è probabile che Valdis Dombrovskis e il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici alzino a loro volta la voce contro di noi, sostenendo che il problema non è quello delle spese per terremoti e migranti ma il fatto che l’Italia fa giochi di prestigio con le pezze e i pannicelli caldi di ipotetici risparmi “una tantum” invece di attaccare gli sprechi strutturali (e lì hanno ragione).

E magari si sfilino le scarpe pure loro e facciano a chi le sbatte più forte.

In questa situazione noi diventeremo sempre più antipatici all’Europa (o quello che ne è rimasto), e l’Europa a noi, con conseguente aumento delle spinte centrifughe, che in casa nostra cominciano a farsi sentire e possono fare la fortuna di certe forze politiche.

Intanto l’Ungheria diventerà sempre più leader del “braccio Est” del movimento nazional-xenofobo che sta stringendo l’Europa in una tenaglia, di cui la Gran Bretagna è, anzi… è stata – visto che ha deciso di andarsene per i fatti suoi – il braccio Ovest.

Gran Bretagna che, se supererà brillantemente l’attesa crisi post-Brexit, diventerà un esempio. E a quel punto, dopo di lei…

Chiaro adesso perché questo terremoto potrebbe contribuire alla distruzione del’Europa?

 

Anche se è un po’ fuori luogo parlarne accanto a fatti veramente tragici come quelli che precedono, voglio ricordare un danno collaterale del sisma. Per qualche strano fenomeno sotterraneo, il terremoto che ha sconvolto il Centro Italia ha fatto lo stesso effetto sul cervello di un certo signor Kara, il vice ministro israeliano che ha dichiarato che “il terremoto che ha colpito l’Italia è una punizione di Dio per la sua astensione all’UNESCO sulla questione della spianata delle moschee a Gerusalemme”.

Se quest’uomo fosse nelle condizioni di intendere e di volere, e fosse in grado di valutare correttamente se stesso, capirebbe infatti che se Dio ragionasse davvero secondo i suoi criteri provocherebbe chissà quali catastrofi nel suo Paese per punirlo di averlo fatto viceministro.

Chiuderei qui, ma mi viene in mente che l’ebraico è una lingua semitica come l’arabo, come testimoniano molte parole simili – a partire da Shalom e Salam, “Pace”.

In arabo “Kara”/“Khara” è uno dei sinonimi di cacca.

I latini dicevano “Nomen Omen”, che in italiano si tradurrebbe “nel nome il destino” o “di nome e di fatto”.

Ma secondo me è solo una coincidenza.

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